CYBERCRIME

Data breach, Italia ottava al mondo per danni economici

La classifica di Proxyrack: in testa Stati Uniti, Medio Oriente e Canada. Nel nostro Paese impatto medio da 3,6 milioni di dollari

Pubblicato il 03 Gen 2023

data breach

L’Italia è in ottava posizione su scala mondiale per il costo medio dei data breach, attacchi informatici che mirano a violare i dati delle aziende, delle pubbliche amministrazioni o dei cittadini. A rilevarlo è una recente ricerca condotta e pubblicata da Proxyrack, secondo cui in testa a questa classifica ci sono gli Stati Uniti, con un costo medio per le vittime di poco più di nove milioni di dollari per attacco, seguiti da Medio Oriente e Canada, dove il danno medio per ogni data breach è rispettivamente di 6,4 e 5,9 milioni di dollari.

La posizione dell’Italia

Quanto all’Italia, il danno medio per un’azienda vittima di attacchi che puntano alla violazione dei dati è di 3,6 milioni di dollari. A chiudere la classifica Sud Africa (3,2 milioni di dollari) e Australia (2,8 milioni di dollari). In quarta posizione, infine, compare la Germania, seguita da Corea del Sud, Regno Unito e Francia.

I comparti più presi di mira dai data breach

Secondo le rilevazioni di Proxyrack il settore più preso di mira dai data breach è quello dell’healthcare, con un costo medio per ogni attacco di 9,2 milioni di euro, seguito dal comparto finanziario, dove ogni attacco comporta un costo medio per la vittima di 5,7 milioni di dollari e dal farmaceutico (5 milioni di dollari).

Subito fuori dal podio compaiono il mondo della tecnologia (4,8 milioni di dollari), dell’energia e dei servizi (entrambi a 4,6 milioni di dollari), seguiti dall’industria (4,2 milioni di dollari). A chiudere il ranking ci sono l’entertainment, l’education e i trasporti, con un danno medio rispettivamente di 3,8, 3,79 e 3,75 milioni di dollari.

Gli effetti dello smart working sui data breach

L’indagine di Proxyrack ha dedicato un approfondimento su come lo smart working possa avere un ruolo sui danni che le aziende subiscono dai data breach. Ne è emerso che le società con una percentuale più alta di lavoratori da remoto vengono impattate in modo economicamente più pesante dalle violazioni dei dati.

In sostanza, le compagnie con una percentuale di smart worker compresa tra l’81% e il 100% del totale subiscono in media un danno per ogni attacco pari a 5,5 milioni di dollari, che scende a 4,3 milioni per chi ha tra il 61% e l’80% dei dipendenti in smart working.

La classifica generale dei Paesi

Al di là dei danni economici, Proxyrack stila anche la classifica dei Paesi che sono più presi di mira da attacchi che mirano alla violazione dei dati. In testa risultano ancora una volta gli Stati Uniti, con più di sette milioni di attacchi per milione di abitanti, seguiti da Francia e Sud Sudan, rispettivamente a 6,4 e 6,1 milioni di violazioni.

In questo ranking l’Italia si attesta in decima posizione, dopo Repubblica Ceca, Germania, Singapore, Canada, Portogallo e Australia, e prima di Danimarca, Olanda, Irlanda, Regno Unito, Nuova Zelanda, Ungheria, Polonia, Spagna, Svezia e Lettonia.

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