IL REPORT

Il settore energetico alla sfida digitale. I-Com: “Molte chance ma anche enormi vulnerabilità”

Presentato a Roma il report che fa il punto sull’evoluzione del comparto. La blockchain apre le porte a un mercato peer-to-peer in cui gli utenti potranno acquistare e vendere energia. Ma bisognerà sempre di più fare i conti con attacchi informatici e rischi crescenti sul fronte dei dati personali e dell’approvvigionamento. A quota 1.274 le startup del settore energetico: contribuiscono per circa 500 milioni al Pil italiano

Pubblicato il 13 Giu 2018

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La rivoluzione digitale nel settore dell’energia ha una doppia faccia: grosse opportunità ma anche nuove enormi vulnerabilità. È questo, in estrema sintesi, lo scenario emerso dal rapporto “L’energia si fa digitale. L’innovazione energetica è sempre più multidimensionale” a firma di I-Com, l’Istituto per la competitività.

“La smartification dell’energia vuol dire innanzitutto aumento della complessità data proprio dalla moltiplicazione degli attori, delle operazioni in tempo reale e del dover gestire un sistema multi-direzionale e decentralizzato senza intermediazioni. Soprattutto spariglia le carte in un settore, come quello delle infrastrutture, già complesso di suo e definito critico in quanto costituisce la spina dorsale delle attività economiche e della società civile”, si legge nel report realizzato nell’ambito dell’Osservatorio sull’Innovazione energetica dell’Istituto diretto da Antonio Sileo e sviluppato in collaborazione con Assogasmetano, Axpo, Cesi, CNH Industrial, e2i Energie Speciali, Eon e Unione Petrolifera. “Nonostante il mondo dell’energia sembri oggi particolarmente adatto (e adattabile) alla nuova era dell’Internet of Things (IoT) – si legge ancora nello studio – la digitalizzazione è stata introdotta molto tardi nel settore. “La cautela – e forse anche un po’ di resistenza – verso tali potenzialità si è spesso mossa sui binari di una precedente strutturazione centralizzata, fortemente legata a infrastrutture fondamentali per l’economia degli Stati, ma quasi sempre gestite dai vecchi campioni nazionali”.

L’esposizione agli attacchi informatici aumenta – evidenzia l’Istituto presieduto dall’economista Stefano da Empoli – con rischi sempre maggiori sia per sul fronte dei dati personali sia dell’approvvigionamento energetico. “Se nessun comparto produttivo è esente, l’energia ha l’aggravante del rischio di trasferimento dal mondo immateriale cibernetico a quello fisico e reale, con la possibilità di interruzioni e guasti operativi di asset energetici con potenziali effetti domino sull’intero sistema per via della sempre più forte interconnettività”. “La cybersicurezza viene dunque identificata, seguendo una definizione calzante data dall’Rse, come “dimensione essenziale della resilienza del sistema elettrico (ma si potrebbe dire energetico) nel suo complesso finalizzata al rafforzamento delle infrastrutture smart grid con sistemi di prevenzione, analisi e risposta delle minacce cyber” che possono compromettere il funzionamento di sistemi e reti Ict”.

Sono due i problemi principali – secondo i ricercatori emerse sotto traccia – che bloccano una vera reazione a livello europeo alle minacce cibernetiche. “Il primo è la riluttanza a cedere sovranità in una materia così delicata che attiene anche e soprattutto a questioni di sicurezza nazionale. Un’armonizzazione delle normative, ma soprattutto una condivisione di informazioni tra Stati membri, diventa in questo modo più difficile e rende la governance della cyber security un’anatra zoppa”.

Il cammino per risolvere queste e altre criticità – sottolionea l’I-Com – “è stato di fatto avviato nell’ultimo anno, con la nuova proposta del Cyber Security Act nel settembre 2017 e con l’entrata in vigore della direttiva Gdpr e la trasposizione nell’ordinamento italiano della direttiva RSI. Un cammino che vuole superare il problema di frammentazione regolatoria e degli standard tecnici attraverso maggiore cooperazione e armonizzando i diversi approcci nazionali. Un’applicazione omogenea delle normative esistenti, unita all’impulso che potrebbe dare il sistema di certificazione europea, potrebbe costituire un punto di inizio per tenere conto di tutte le interdipendenze del sistema energetico a livello europeo e per far fronte a una minaccia intangibile, che però ha conseguenze estremamente reali”.

Il report di I-Com accende i riflettori anche sull’avvento della blockchain. “La digitalizzazione delle reti elettriche sta aprendo enormi opportunità per la blockchain nel settore energetico. Le Smart Grid sono un sistema che permette a produttori e consumatori di interagire. L’utilizzo di sistemi intelligenti permetterà di determinare in anticipo il fabbisogno di energetico e di conseguenza di allocare l’energia dove è necessaria. La vera rivoluzione sta nell’evoluzione del sistema che da monodirezionale diventerà sempre più bidirezionale. L’applicazione della catena di blocchi alle transazioni energetiche permetterà ai piccoli produttori di energia di diventare parte attiva della rete. La catena può dare vita ad un mercato peer-to-peer in cui gli utenti di una rete possono acquistare e vendere energia automaticamente in maniera autonoma, senza la necessità di un’autorità centrale a fare da intermediario”.

Last but not least il report di I-Com fa il punto sulle start-up innovative nel nostro Paese: dalle 687 del 2013 si è passati alle 9.095 di inizio 2018 di cui 1.274 attive nel settore energetico. Secondo lo studio I-Com, le start-up attive nel settore dell’energia contribuiscono per circa 500 milioni di euro al prodotto interno lordo italiano, pari al 15% del valore generato nel complesso dalle piccole e medie imprese innovative nel nostro Paese. La maggiore concentrazione di start-up energetiche si registra nelle Regioni centro-settentrionali: al primo posto la Lombardia con 253 start-up attive nel comparto dell’energia, al secondo l’Emilia-Romagna con 136. Seguono il Veneto con 117, la Campania con 108 e il Lazio con 100. Le città che primeggiano sono Milano con 1.534 start-up totali e 139 energetiche e Roma con 821 in totale e 86 energetiche.

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