CYBERSECURITY

L’allarme della Polizia Postale: “Sanità nel mirino degli hacker”

Il bilancio dell’attività 2020 parla di un raddoppio nel numero di attacchi rispetto all’anno precedente, 507 contro 239. I criminali informatici hanno sfruttato l’emergenza Covid-19 per muoversi. Boom delle offensive contro le strutture sanitarie a scopo di estorsione

Pubblicato il 04 Gen 2021

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Gli attacchi dei criminali informatici rilevati dalla Polizia Postale sono più che raddoppiati nel 2020 rispetto ai dati del 2019, passando da 239 a 507. A fronte di questi numeri le persone arrestate sono state nel corso dell’anno appena trascorso 21, mentre 79 sono state denunciate; le indagini sono state complessivamente 99, mentre gli alert presi in considerazione ammontano a 79.209.

Sono alcuni dei principali dati, appena pubblicati, sull’attività della Polizia Postale nel 2020, che evidenziano come l’emergenza Covid-19 abbia amplificato le insidie nel campo della Cybersecurity per i privatyi cittadini, per la pubblica amministrazione e per le imprese. La pandemia ha rappresentato, secondo la Polizia Postale, “un’ulteriore occasione per strutturare e dirigere attacchi ad ampio spettro, volti a sfruttare per scopi illeciti la situazione di particolare esposizione e maggior vulnerabilità in cui il Paese è risultato, e tuttora risulta, esposto”.

In questo quadro il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche ha riscontrato un proliferare di attacchi malware, tra i quali i più diffusi sono stati i ransomware, gli attacchi Ddos a scopo di estorsione, gli accessi abusivi con per carpire dati sensibili, le campagne di phishing e quelle di Apt, “advanced persistent threats”, quelli sferrati da hacker che dispongono di un expertise tecnico avanzato e di grandi risorse.

“Alcune delle più rilevanti infrastrutture sanitarie impegnate nel trattamento dei pazienti Covid – spiega la Polizia Postale – sono state oggetto di campagne di cyberestorsione volte alla veicolazione all’interno dei sistemi ospedalieri di sofisticati ransomware – concepiti allo scopo di rendere inservibili, mediante cifratura, i dati sanitari contenuti al loro interno – a fronte di richieste di pagamento del prezzo estorsivo, per lo più in criptovalute, onde ottenere il ripristino dell’operatività”.

Il filo conduttore dell’attività degli hacker nel 2020, anche al di là degli attacchi alle infrastrutture critiche, è stata la volontà di sfruttare a proprio vantaggio l’emergenza causata dalla pandemia: dalle vere e proprie truffe come le vendite online di dispositivi per la protezione personale fino ai tentativi di adescamento di minori attraverso gli strumenti utilizzati per la didattica a distanza.  I raggiri online individuati dalla Polizia Postale sono così stati 98mila, mentre i reati relativi allo sfruttamento sessuale e dell’adescamento di minori online. sono aumentati del 110%, portando a 69 arresti e 1.192 persone denunciate.

Le truffe nell’ambito del trading finanziario monitorate dalla Polizia postale nel 2020 sono inoltre state 358, e hanno provocato danni per 20 milioni di euro. 126 i casi di revenge porn, con 59 denunciati, mentre quelli di diffamazione online sono stati 2.234 casi e hanno portato a  906 denunce e quelli di stalking sono stati 143, con sette arresti e 73 denunce. Infine 36 denunce e un arresto hanno riguardato fenomeni di sextortion, con 636 casi monitorati nell’arco dell’anno.

Quanto al terrorismo, la Polizia Postale ha monitorato nell’arco del 2020  36mila gli spazi web con l’obiettivo di contrastare il proselitismo e prevenire i fenomeni di radicalizzazione, con la rimozione di una serie di contenuti inneggianti alla jihad, in coordinamento con Europol e coinvolgendo tutte le forze dell’ordine degli Stati membri e i principali internet Service Provider .

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