STRATEGIE

Lamorgese: “Cybersecurity pilastro delle politiche digitali”

La ministra dell’Interno: “La sicurezza informatica è fondamentale per il funzionamento delle istituzioni, dell’economia e per il benessere della società”. Il presidente del Parlamento Ue, Sassoli: “Sfida è rispondere alle minacce senza ledere le libertà fondamentali”. Viola, Dg Connect: “Dalla Ue in arrivo 1 miliardo per i centri operativi”

Pubblicato il 14 Mag 2021

cybersecurity

La cybersecurity deve essere parte integrante delle politiche digitale di un Paese. Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, ha delineato un quardro chiaro nel suo intervento al al webinar del Parlamento europeo in Italia su “La nuova strategia europea per rafforzare la sicurezza informatica”.

“Il numero degli attacchi cibernetici è in crescita costante da anni ed è aumentato nei mesi della pandemia – ha spiegato – La sicurezza cibernetica è fondamentale per il funzionamento delle istituzioni, dell’economia, delle infrastrutture e il benessere della società e deve essere parte integrante delle politiche d trasformazione digitale dei paesi membri”.

L’Italia, ha proseguito la ministra “è tra i primi Paesi membri che credono nella necessità di conseguire il più ampio livello di resilienza delle reti e dei sistemi informatici in un livello di cooperazione”.

L’intervento di David Sassoli

Il Parlamento Europeo “ha sempre chiesto misure forti a livello Ue per contrastare le minacce ibride. In questo momento siamo vulnerabili” sotto il profilo della sicurezza informatica e “occorre aumentare la consapevolezza di tutti e impegnarsi per tappare falle che sono molto pericolose”, ha sottolineato il presidente del Parlamento David Sassoli, intervenendo al webinar. “Non svelo un mistero – ha continuato Sassoli – nel riferire che le nostre istituzioni, con i loro sistemi informatici, subiscono attacchi quotidiani, anche molto pesanti, molto duri, da parte di entità autonome e di entità governative straniere. Questo ci impensierisce” e consiglia di “aumentare gli sforzi” per contrastare questo tipo di “minaccia”.

Il Parlamento ha ricordato che “gli attacchi informatici potrebbero costituire un motivo sufficiente” per far scattare la solidarietà tra Stati membri previsto dall’articolo 222 del Tfue. “Oggi più che mai – ha aggiunto Sassoli – è chiaro che la sicurezza informatica è una componente essenziale del nostro modo di vivere, sia on line che off line. Gli attacchi in periodo di pandemia hanno continuato a crescere, così come la disinformazione. Abbiamo visto disinformazione e notizie false contro il vaccino, interferenze nelle elezioni in Europa e fuori dallo spazio europeo. Negli ultimi 15 mesi la connessione di tutti è aumentata vertiginosamente e questi attacchi stanno diventando più sofisticati ed efficienti. La grande sfida è rispondere a queste minacce senza limitare le libertà dei nostri cittadini”.

“In questo momento abbiamo due direttive”, quella sulla protezione della rete e dei sistemi informativi e quella sulla resilienza delle entità critiche. Sassoli ha spiegato che servono “reti di centri operativi, unità informatiche comuni, una cassetta degli attrezzi sul 5G, standard di sicurezza, crittografia, diplomazia informatica” e che il Parlamento europeo è su questo “molto impegnato e attivo”, soprattutto nelle commissioni parlamentari industria e Affari esteri.

L’annuncio di Roberto Viola

“L’Ue finanzierà per circa 1 miliardo di euro i Centri operativi nazionali della cybersecurity a cui andranno le migliori tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, i Big Data, e le migliori tecnologie per prevenire a gestire e migliorare l’ecosistema – ha annunciato il direttore generale Dg Connect della Commissione europea, Roberto Viola, nel suo intervento al webinar – L’Unione europea ha adesso un Centro europeo per la sicurezza che sarà basato a Bucarest ma non sarà una cattedrale nel deserto perché sarà collegato a tutta una serie di Centri nazionali che lavoreranno insieme”. Viola ha anche voluto esprimere un “plauso al Governo Italiano perché nel Pnrr c’è un Centro nazionale”. E ha ipotizzato “sanzioni per le aziende” che non si dedicheranno alla cybersecurity invitandole a “mettere in capo ai vertici, all’Ad”, il tema della cybersecurity.

“La strategia per la cybersicurezza in Ue si basa su tre dimensioni – ha poi puntualizzato – Rafforzare gli strumenti legislativi a disposizione, rafforzare gli strumenti tecnici e c’è poi la dimensione politica nel senso di una maggiore cooperazione in Ue sulla cybersicurezza e di rafforzare il ruolo dell’Ue nel mondo”.
“Sicuramente dobbiamo puntare a nuove tecnologie per avere a disposizione strumenti molto sofisticati – ha detto – C’è poi bisogno di una migliore educazione per i cittadini nel seso soprattutto di una igiene informatica che è necessaria: i cittadini devono sapere che non si può aprire qualunque emeil o che le password vanno cambiate per evitare eventi disastrosi”.

L’attacco in Irlanda

Intanto gli hacker non si fermano.  Il servizio sanitario irlandese, Hse Ireland, ha annunciato di essere stato vittima di un “significativo” attacco informatico con un ransomware e, pertanto, ha dovuto arrestare tutto il suo sistema informatico. “C’è stato un significativo attacco di tipo ransomware che ha colpito i sistemi informatici dell’Hse. Per precauzione abbiamo arrestato tutti i nostri sistemi informatici al fine di proteggerli e di permetterci di valutare pienamente la situazione con i nostri partner”, ha twittato l’organismo. Hse si è quindi scusato per il disturbo causato ai pazienti e ha precisato che le vaccinazioni vanno comunque avanti e “si svolgeranno come previsto”. Per il cyberattacco di cui è stato vittima l’Hse è stato utilizzato un ransomware, come nel caso di Colonial Pipeline, l’operatore dell’immenso oleodotto statunitense che giovedì  sera ha riavviato tutto il suo sistema informatico dopo essere rimasto paralizzato lo scorso weekend da un attacco informatico che, secondo la polizia Usa, è stato effettuato dal gruppo criminale DarkSide.

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