IL CASO

Nvidia-Arm, Londra contro il takeover: in gioco la sicurezza nazionale

Il ministro al Digitale Dowden apre un’inchiesta sul deal da 40 miliardi con cui la società statunitense rileva il chip-maker britannico. Citibank: “Il via libera ha solo il 10% di probabilità”

Pubblicato il 20 Apr 2021

Chip

Il governo britannico ha aperto un’inchiesta formale sull’operazione NvidiaArm che prevede la fusione dei due giganti dell’industria dei chip. Per Londra il takeover potrebbe avere impatti sulla sicurezza nazionale

Il segretario al Digitale, Oliver Dowden, ha emesso una “public interest intervention notice”, ovvero una richiesta di intervento per motivi di interesse pubblico, in merito al deal proposto e ha chiesto all’organo Antitrust (Cma, Competition and markets authority) di preparare un’analisi sulle implicazioni dell’acquisizione.

“Vogliamo sostenere la nostra vibrante industria tecnologica e siamo aperti a ogni investimento dall’estero, ma è doveroso valutare attentamente le implicazioni di sicurezza nazionale di una transazione come questa”, ha affermato Dowden. Il ministro si preoccupa delle applicazioni dei chip in tecnologie utilizzate anche in ambito militare.

Questioni di interesse pubblico: il disco verde si allontana

La Cma deve preparare per il segretario al digitale, entro il 30 luglio, un report accurato in cui valuterà sia le questioni di interesse nazionale che di concorrenza di mercato. Per esempio, cercherà di capire se, “a seguito del takeover, Arm abbia un incentivo ad abolire, ridurre la qualità o alzare i prezzi dei suoi servizi di Ip licensing ai rivali di Nvidia”.

In base a questo report (indagine di fase uno) Dowden deciderà se dare il via libera alla fusione, imporre modifiche più o meno severe degli accordi o chiedere un’ulteriore indagine (fase due), sia per questioni antitrust che per motivi di sicurezza.

Un portavoce di Nvidia ha assicurato che la transazione non rappresenta alcun rischio per la sicurezza britannica e che l’azienda è pronta a collaborare con le autorità.

Ma Atif Malik, analista di Citibank sentito da Financial Times, pensa che l’iter avviato allontana le probabilità che la fusione si concluda: “Il processo di approvazione diventa più complesso e rende l’esito positivo meno probabile. Per noi c’è solo un 10% di possibilità che si effettui il takeover. Prima lo davamo al 25%”.

Cybersicurezza, Londra difende 17 settori strategici

La decisione del governo britannico arriva pochi mesi dopo l’approvazione della legge National security and investment bill, che dà all’esecutivo nuovi poteri per evitare che aziende estere acquisiscano asset strategici della Gran Bretegna.

La legge, che cerca di arginare in particolare il crescente potere economico della Cina, individua 17 settori di importanza cruciale, tra cui i chip e le tecnologie di intelligenza artificiale. I ministri hanno inoltre l’autorità per vagliare l’acquisizione di aziende, singole attività e proprietà intellettuale.

Nvidia-Arm, il deal preoccupa la concorrenza

L’azienda dei chip statunitense Nvidia, specializzata in schede grafiche, ha proposto l’acquisizione del progettatore di chip britannico Arm lo scorso settembre, con un deal da 40 miliardi di dollari. Arm, specializzata nelle forniture per smartphone, viene rilevata dall’attuale proprietario, il colosso giapponese Softbank.

Arm fornisce in licenza i suoi chip design a aziende come Apple, Amazon, Samsung e Qualcomm. L’azienda britannica fornisce tecnologie cruciali a molti clienti, tra cui aziende rivali di Nvidia, che ha garantito che non cambierà il modello di business della società acquisita e terrà la proprietà intellettuale in Uk. Nvidia ha anche promesso che aggiungerà le sue tecnologie proprietarie al portfolio IP che Arm può dare in licenza d’uso.

Secondo gli analisti di settore l’operazione che vede Arm finire nell’orbita di Nvidia (che a luglio 2020 ha sorpassato Intel come maggiore azienda dei chip americana per vcapitalizzazione di mercato) potrebbe essere destinata a creare un regime di monopolio nel campo dei semiconduttori, con conseguenza pesanti sull’intero mercato: dal fatto che a fornire la tecnologie di punta ai principali player del settore potrebbe diventare una sola azienda, alla prospettiva che questo gigante dei semiconduttori americano potrebbe avere un ruolo per limitare l’accesso alle tecnologie made in Usa per le aziende cinesi.

L’azienda dei chip Qualcomm ha già scritto alla Us Federal trade commission, alla Commissione europea, alla Competition and markets authority britannica e alla cinese State administration for market regulation esponendo le sue “preoccupazioni” in merito all’acquisizione, facendo appello in particolare agli esperti di legge antitrust e merger delle singole autorità.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati