L'ANALISI

Truffe online in volata, il 58% delle aziende frena gli investimenti sulla crescita

L’aumento di frodi nell’e-commerce costringe le big company a “dirottare” risorse nella cyber-prevenzione invece che sullo sviluppo del business. Più colpite le società che offrono prodotti B2B e B2C. Lo scenario disegnato da Stripe

Pubblicato il 26 Lug 2022

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La guerra contro le truffe online presenta il conto al business globale. Ed è un conto salato. Il 72% delle maggiori aziende è costretta a “dirottare” risorse interne nella lotta alle frodi mentre il 58% rimanda la crescita dei piani d’investimento. Emerge dal report di Stripe secondo cui le truffe nell’e-commerce rischiano di mandare in affanno le imprese, soprattutto quelle che offrono prodotti B2B e B2C.

Frodi online, i “modelli” locali

“Molti aspetti dell’economia globale sono al di fuori del controllo delle singole imprese – si legge nel report -: non possono frenare l’inflazione o risolvere i blocchi delle catene di approvvigionamento o tantomeno le conseguenze derivate dalla guerra. Ma possono però ottimizzare il modo in cui gestiscono la propria attività quotidiana”, mettendola al riparo dai rischi delle truffe online.

Combinando i dati di miliardi di transazioni sulla rete Stripe dal 2019 al 2021 la ricerca illustra alcuni modelli di frode globale all’interno di diverse località e modelli di business.

L’impatto “indiretto” sulle aziende

Tra le principali evidenze emerge come quasi tre quarti delle aziende hanno dirottato risorse ingegneristiche e più della metà ha ridotto i piani di espansione, proprio a causa di problemi di frode.

Allo stesso modo, il 72% pensa che subirà più perdite per frode nel 2022 rispetto al 2021. Infine, forte accento è stato posto al volume e al livello di sofisticatezza delle frodi, che varia notevolmente da un mercato all’altro: di conseguenza, gli strumenti di difesa devono potersi adeguare ai modelli di frode locali. La Francia, ad esempio, ha quasi il doppio del tasso di frode della Germania, mentre Singapore ha registrato un tasso dimezzato rispetto alla più ampia regione dell’Asia-Pacifico.

Più frodi, più scelte difficili

Più della metà delle aziende intervistate ha riferito che quella relativa alle frodi è una preoccupazione destinata a crescere in futuro. Le aziende che offrono prodotti o servizi su modelli a sottoscrizione o abbonamento (sia B2B che B2c) sono le più soggette alle frodi, poiché essendo  “più alta la probabilità che si tratti di prodotti o servizi di brand di prodotti per la casa, è più semplice per i truffatori rivendere questi stessi beni o servizi una volta rubati (ad esempio acquistando un abbonamento digitale con una carta di credito rubata, per poi venderlo a prezzo inferiore).

Le strategie per la controffensiva

Il report di Stripe ha identificato possibili scenari per impostare modelli anti-frode a seconda dei margini di ogni singola azienda: in sintesi, più alti sono i margini di profitto, meno sensibile dovrebbe essere il modello anti-frode, poiché risulterebbe maggiore la probabilità di errori da parte degli acquirenti.

Le aziende possono anche mitigare il rischio di frodi attraverso un’attenta revisione manuale di ogni addebito segnalato, ma ciò richiederebbe un massiccio impegno di risorse umane che le scale-up e le startup spesso non possono permettersi.

Gli aggiornamenti programmati dei modelli di apprendimento automatico di Radar for Fraude Teams (strumento di Stripe) sono oggi in grado di bloccare alla fonte un numero ancora più elevato di truffatori lasciando passare un numero maggiore di clienti legittimi. Stripe stima che un solo aggiornamento incrementale è in grado di bloccare transazioni fraudolente per un valore di 40 milioni di dollari.

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