LAVORO

15 dollari l’ora, Amazon raddoppia il salario minimo negli Usa

La decisione dopo le critiche sulle retribuzioni mosse dal movimento “Fight for Fifteen”: il precedente livello a 7,25 dollari era stato deciso dieci anni fa. Coinvolti anche i lavoratori stagionali. Misura simile anche in Uk con un aumento a 10,5 sterline a Londra e 9,5 sterline nel resto del Paese

Pubblicato il 02 Ott 2018

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Amazon raddoppia lo stipendio dei suoi dipendenti Usa a 15 dollari l’ora. L’annuncio arriva dalla stessa azienda che in nota precisa che l’aumento sarà attivo dal prossimo 1° novembre e che riguarderà 250mila lavoratori e i 100mila stagionali che verranno assunti nei periodi di maggiore attività. Il precedente livello, a 7,25 dollari l’ora, era stato fissato circa dieci anni fa.

Una misura simile riguarderà anche i 37mila dipendenti del Regno Unito, con un aumento a 10,5 sterline a Londra e 9,5 sterline nel resto del Paese.

La decisione arriva sulla scia della mobilitazione del movimento sindacale “Fight for Fifteen” che negli Usa sta lottando per ottenere un aumento salariale e anche a seguito delle critiche mosse da alcuni esponenti politici democratici. Recentemente il senatore Bernie Sanders ha presentato un disegno di legge, denominato Bezos Act, che punta a colpire le grandi società come Amazon, imponendo il pagamento di tasse aggiuntive pari ai sussidi pubblici incassati dai propri lavoratori proprio a causa – secondo Sanders – dei bassi stipendi.

“Abbiamo ascoltato le critiche e pensato a lungo su cosa fare e siamo arrivati a questo – ha spiegato il ceo Jeff Bezos – Siamo entusiasti di questo cambiamento e speriamo che questo spinga anche i nostri concorrenti a fare lo stesso”.

Amazon si è inoltre impegnata a sostenere un aumento del salario minimo federale. “Lavoreremo per ottenere dal Congresso il supporto per un incremento in salario minimo federale. Il tasso attuale di 7,25 dollari è stato raggiunto circa un decennio fa – ha detto Jay Carney, vicepresidente senior di Amazon global corporate affairs – Intendiamo batterci per un incremento del salario minimo che avrà un impatto profondo sulle vite di decine di milioni di persone e famiglie in questo paese”. L’azienda ha precisato in una nota che l’aumento avrà effetto sui conti del gruppo, andandosi a incorporare fra i costi del gruppo.

Anche le big del tech stanno dunque facendo i conti con i diritti dei lavoratori. Si tratta di aziende per le qual la reputation è fondamentale e non possono permettersi di vederla intaccata da critiche relative ai contratti di lavoro, come appunto quelle che negli sa sono arrivate dal “Fight For Fifteen”.

In Italia, ad esempio, è stato firmato uno storico accordo sui turni lo scorso maggio. Per l’hub di Castel San Giovanni (Piacenza) l’intesa tra il coloss dell’e-commerce e i sindacati pervede una rivalutazione ddel modello di turnazione e un miglioramento dell’organizzazione del lavoro.

Si stabilisce che i turni siano articolati su tre fasce orarie per un totale di 40 ore di lavoro, prestato per cinque giorni alla settimana. E ancora: tutti i 1.656 dipendenti diretti ruoteranno settimanalmente su due turni dalle 7 alle 15, e dalle 15.30 alle 23.30 durante tutto l’anno. In particolare, il turno notturno (su base fissa dalle 20 alle 4 da gennaio ad agosto e dalle 23.30 alle 7.30 da settembre a metà novembre e da metà novembre a dicembre) sarà presidiato solo da lavoratori volontari, ai quali sarà riconosciuta una maggiorazione economica del 25% (nel caso non si raggiungesse il numero necessario per far fronte alle esigenze aziendali verrà implementata una rotazione omogenea su tre turni).

Durante i mesi da settembre a dicembre potrebbe poi verificarsi la necessità di anticipare di un’ora l’inizio del turno nei reparti di ricevimento merce dai fornitori (inbound) e di evasione degli ordini dei clienti (outbound), solo dopo aver informato le Rsa e i dipendenti interessati. Dal periodo da meta’ novembre a dicembre potrebbe essere richiesto un giorno di lavoro straordinario a settimana, a rotazione alternando sabato e domenica, per far fronte ai volumi del picco di Natale.

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