STRATEGIE

Abb “vira” sulle smart city e investe nei giovani

L’azienda elvetica in pole position nel progetto Genova Smart City e in quello europeo R2Cities. E ora guarda con interesse all’Expo 2015. Il country manager Marini: “Continuiamo a collaborare con le università per raccogliere idee per il futuro”

Pubblicato il 13 Feb 2014

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I risultati finanziari 2013 di ABB annunciati questa mattina a Milano non lasciano dubbi: l’anno passato non è stato facile per la società svizzera che ha visto ordini per 2,1 miliardi di euro, in calo del 7% rispetto al 2012 e dell’8% in valore, sia pure con una sostanziale tenuta dei ricavi (grazie al sostegno del mercato estero 63% dei ricavi totali) e remunerazione degli azionisti. “E’ un risultato che consideriamo comunque positivo – ha spiegato questa mattina Matteo Marini country manager per Italia e regione mediterranea –. Se consideriamo la contrazione dei mercati in cui operiamo, non possiamo che essere soddisfatti della capacità di adattamento e mantenimento della competitività sul mercato”.

Mentre venivano a mancare in Italia ordinativi per circa il 15% rispetto al 2012, la società ha mantenuto sostanzialmente stabile il numero dei dipendenti (circa 5800 unità), aumentato l’ investimento in ricerca e sviluppo (2,5% del fatturato, con il più alto numero di brevetti registrati) oltre che nei servizi: la capacità d’erogazione è cresciuta del 2% e oggi rappresenta circa il 13% degli ordini totali. Nel 2013 la società ha fatto shopping di tecnologie e mercati acquisendo la toscana PowerOne, attiva nel settore degli inverter fotovoltaici, strategica per futuri sistemi intelligenti di produzione/gestione dell’energia. ABB nel 2013 ha inoltre completato l’incorporazione di RGM attiva nel settore della trazione ferroviaria. “Le acquisizioni fanno parte della nostra politica di sviluppo – ha precisato in collegamento da Zurigo il ceo Ulrich Spiesshofer, riferendosi anche alle acquisizioni fatte sul mercato americano che la cui integrazione comincia a dare i frutti –. Nei prossimi mesi intendiamo comunque concentrarci sull’integrazione delle acquisizioni e sullo sviluppo organico interno”.

In Italia ABB guarda con interesse ai settori dell’automazione, delle soluzioni per smart city e a quelle rendere più efficienti, sicure e sostenibili fabbriche, case, trasporti e data center. La società ha partecipato come partner tecnologico con Università e centri di ricerca al progetto R2Cities co-finanziato dall’UE oltre che alla realizzazione di Genova Smart City. ABB ha fornito le componenti infrastrutturali di alimentazione e continuità che servono il nuovo data center di Telecom Italia a Segrate. Questo centro supporterà l’erogazione dei servizi di cloud computing, tra gli altri, a visitatori ed espositori del prossimo Expo 2015. Il settore data center è grande in sviluppo: “Stiamo lavorando anche sui centri dati di altri operatori telco e grandi imprese”, ha spiegato Marini, senza però fornire maggiori dettagli. “Continueremo inoltre a collaborare con le università allo scopo di sostenere progetti di ricerca nei settori che ci interessano (tecnologie di base, ndr) per raccogliere le idee dei giovani a cui è possibile dare sviluppo. Rispetto all’anno passato opereremo in modo più focalizzato, con un numero ristretto di realtà accademiche”.

In un momento in cui la competitività italiana viene valutata dagli osservatori a livelli imbarazzanti, i responsabili ABB propongono l’automazione come antidoto ai problemi creati dal costo del lavoro oltre che alle esigenze di qualità e flessibilità delle produzioni. Per ABB l’automazione parte dai sistemi di domotica che oggi possono costituire un importante elemento di differenziazione per installatori e società di costruzioni fino ai robot per produzioni industriali più flessibili. All’evento di Milano, sono state presentate alcune testimonianze di aziende che hanno ottenuto vantaggi sul fronte dell’efficienza produttiva, sostenibilità e continuità.

Tra queste, Italiana Coke che ha integrato le attività della sua produzione primaria con la cogenerazione d’energia, recuperando scarti della produzione e ripagando l’investimento in soli 4 anni. Grazie all’automazione degli impianti la società ha migliorato le rese e ridotto l’impatto ambientale. Un altro caso è quello della società di carpenteria metallica per macchine agricole Lodi Srl. Attraverso l’automazione della fabbrica ha mantenuto competitive produzioni che altre aziende hanno dovuto portare all’estero. ABB ha impiegato sistemi di automazione anche nei propri impianti di produzione di Dalmine e Santa Palomba, riducendo i consumi d’energia ma anche adeguandoli al just in time e ai metodi della lean production. “L’automazione non serve soltanto a sostituire l’uomo in compiti pericolosi o troppo ripetitivi, è anche il modo migliore per essere certi che i processi reali corrispondono effettivamente alle loro descrizioni”, ha precisato un responsabile di stabilimento, con ovvie conseguenze sul fronte della qualità delle produzioni, certificazione e garanzie di sicurezza.

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