Agenda digitale, Rao: “È cruciale detassare l’innovazione”

Il deputato Udc: “Bisogna favorire il mercato digitale con un’aliquota privilegiata”

Pubblicato il 18 Set 2012

Federica Meta

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«Con l’Agenda Digitale vogliamo più navigatori e zero camminatori nella PA». Roberto Rao, deputato Udc, non ha dubbi sui primi obiettivi che il piano telematico deve raggiungere.
La mancanza di risorse sta facendo slittare il varo dell’Agenda. Solo colpa della carenza di fondi o c’è altro a suo avviso? Purtroppo il governo si è mosso con qualche ritardo e la mancanza di risorse non può essere una scusa per frenare il Digitalia. Credo che sia un diritto per il cittadino-utente ricevere notifiche e certificati via email e che lo Stato debba poter contare su una sanità pubblica e su una giustizia digitalizzate. Questo si tradurrebbe in un risparmio enorme per i cittadini e per la cosa pubblica. Pensate allo spazio che occupano milioni di faldoni ci carte che, per essere trasportati da un ufficio a un altro necessitano di enormi risorse umane, meccaniche ed energetiche. Sono questi i campi su cui si possono attivare iniziative a costi bassissimi. Avrete sentito poi dell’assunzione scandalosa di decine di camminatori qualche mese fa in Sicilia: si tratta di impiegati pubblici. Con lo switch-off nella PA, il lavoro di trenta camminatori sarebbe svolto da 1, massimo 2 persone, con grande risparmio e ottimizzazione di risorse.
Oltre alla razionalizzazione del personale, quali sono le azioni da mettere subito in campo anche con poche risorse?
Il nostro Paese ha un tessuto imprenditoriale fatto principalmente di Pmi: non è un caso che il concetto di “start up” – di piccolissime aziende che vendono idee – abbia preso così rapidamente piede da noi. Del resto, proprio in questi giorni il premier Monti ha sottolineato che il gap di competitività rispetto agli altri Paesi europei conta quasi più dello spread tra i nostri Btp e i Bund tedeschi. Le start up possono aiutarci a superare questo divario, per questo dobbiamo favorire il mercato digitale detassando il commercio dei beni digitali o introducendo un’aliquota privilegiata che l’Udc aveva proposto al 4%. Va poi incentivato l’uso del Wi-Fi libero e bisogna arrivare al più presto allo switch-off della PA. Così possiamo non solo rilanciare la crescita, ma provare a cambiare il Paese.
Cosa farà il Parlamento se il governo dovesse ancora rimandare il varo dell’Agenda digitale? C’è la possibilità di chiedere la legislativa per la Commissione Tlc?
Sicuramente. In Parlamento si è creata una sintonia tra Pd, Pdl e Udc. L’obiettivo è sconfiggere tre gap del nostro Paese: innanzitutto lo spread digitale con le altre nazioni, poi il divario tra le economie delle nostre regioni e infine la difficoltà delle persone diversamente abili di usufruire dei servizi della PA.

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