TURISMO

Airbnb all’attacco di Tripadvisor: suggerirà anche ristoranti e eventi

L’azienda punta a crescere nel settore viaggi: nasce Trips, app con cui verranno consigliati luoghi da visitare e posti dove mangiare. Per ora in fase di test

Pubblicato il 19 Ago 2016

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Non solo case in affitto. E non solo – come CorCom ha già scritto – costruzione di edifici destinati a fare da ostelli-alloggio. Ora Airbnb, l’applicazione con cui si può affittare una stanza o una casa al posto dell’hotel, vuole crescere nel settore dei viaggi e per questo sta testando un’app per consigliare ristoranti, eventi e tour per i viaggiatori. Lo riporta il sito di Bloomberg, secondo il quale la nuova app si chiama Airbnb Trips ed è al momento in fase di test nella versione per dispositivi Android.

La nuova applicazione darebbe accesso a itinerari personali con informazioni sugli affari conclusi su Airbnb, guide delle città che si sta per visitare e consigli su dove mangiare o su eventi locali. Il nome e le caratteristiche dell’app potrebbero variare prima del rilascio ufficiale, sottolinea Bloomberg, che è atteso in occasione della conferenza annuale della compagnia californiana a novembre.

Un nuovo cambio di pelle per l’azienda. In sordina, senza particolari clamori o enfasi, Airbnb sta preparandosi trasformarsi da “over the top” del turismo a tradizionale proprietario di alberghi. L’inversione a U dell’azienda viene rivelata dal “progetto Samara”. Si tratta di un’iniziativa con cui Airbnb prevede di costruire unità abitative in piccoli centri urbani in declino di ogni latitudine. Il banco di prova sarà un “villaggio” in una cittadina nipponica, Yoshino, situata nel centro del Giappone. Invece di affittare case, dunque, la società californiana inizierà a costruirle.

Un segnale da tenere d’occhio se oltretutto anche altri campioni della digital disruption stanno esplorando strade alternative al loro business model. Anche Uber ha deciso di stringere un’alleanza con Ford sulle auto senza guidatore. La coalizione, di cui fanno parte anche Volvo cars e Lyft, punta a lavorare con le autorità americane per mettere a punto regole che favoriscano la messa in strada della auto senza guidatore.

E’ un fatto del resto che i campioni della disintermediazione stiano affrontando le contromisure messe in atto dai player tradizionali dei vari settori in cui operano, nonché – spesso – da nuove regole che ne limitano il campo. Dalle rivolte anti-Uber dei tassisti in Francia ma non solo, accompagnate da nuove norme amministrative alle misure fiscali anti-Airbnb messe in campo dalla Germania che stanno dando il la a vari Paesi europei fra cui l’Italia, le startup della digital disruption devono ora regolare il tiro.

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