IL REPORT

Alberghi online, l’Antitrust: più concorrenza, ma non basta

Le misure pro-concorrenziali sul booking via Internet “hanno favorito una migliore scelta per i consumatori”. Ma gli hotel rimangono ancora “poco consapevoli nei loro rapporti con le Ota”. Booking.com: “Dalla relazione risultati positivi”

Pubblicato il 06 Apr 2017

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Condizioni concorrenziali migliori e più possibilità di scelta per i consumatori. Sono gli effetti delle normative Ue nel settore delle prenotazioni alberghiere online secondo il report che ha visto la collaborazione della Commissione europea e di 10 autorità nazionali antitrust (Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Olanda, Regno Unito e Svezia). “Rimane – sottolinea il rapporto – una scarsa consapevolezza degli alberghi in relazione alle opportunità che le modifiche contrattuali, assunte dalle principali Ota, possono apportare”. A darne notizia in una nota è l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Sui risultati dell’indagine esprime soddisfazione anche Booking.com: “I risultati – si legge in una nota dell’azienda – confermano il parere di oltre 25 authority nazionali garanti della concorrenza in tutta Europa che hanno accettato le modifiche agli accordi di parità proposte da Booking.com sin dal 2015”.

“L’attività – spiega l’Antitrust – si prefiggeva di valutare gli effetti, sul modo in cui gli alberghi offrono online le proprie stanze ai consumatori, di alcune misure adottate negli ultimi anni a seguito di diversi interventi Antitrust degli Stati membri, in relazione alle condizioni contrattuali che disciplinano le prenotazioni alberghiere online”. In particolare, si tratta delle modifiche apportate alle clausole di parità (anche dette clausole Mfn) contenute nei contratti standard tra alcune agenzie di viaggio online (tra cui Booking.com e Expedia) e gli alberghi partner.

Nello specifico, prosegue l’Antitrust, è stato predisposto ed inviato un questionario in forma elettronica a un campione di 16mila hotel localizzati nei dieci Stati membri partecipanti all’attività di monitoraggio, e un ulteriore questionario a 20 agenzie di viaggio online, a 11 siti web metasearch e a 19 grandi catene alberghiere.

I risultati dell’attività suggeriscono, riferisce l’Agcm, che “entrambi i tipi di misure Antitrust in essere, vale a dire una riduzione significativa dell’ambito di applicazione delle clausole Mfn che consente alle piattaforme di prenotazioni online di mantenere la parità esclusivamente con riguardo alle prenotazioni online effettuate direttamente sui portali degli alberghi; o il divieto assoluto delle clausole Mfn, hanno in via generale migliorato le condizioni concorrenziali e favorito una migliore scelta per i consumatori”.

Sulla base di questi risultati le autorità nazionali hanno concordato “di monitorare l’evoluzione del settore delle prenotazioni online, e di valutare di nuovo lo stato della concorrenza a tempo debito”. In questo modo, evidenzia l’Agcm, “si consentirà che i benefici dell’intervenuta flessibilità a disposizione degli alberghi, a seguito degli interventi antitrust, si possano dispiegare appieno nel mercato”.

Tornando al parere di Booking, il gruppo di dice soddisfatto “dei risultati positivi della relazione”, che “confermano la validità delle clausole Mfn” proposte dall’azienda, che “proteggono Booking.com dal cosiddetto fenomeno del free-ride sulla piattaforma e permettonoai consumatori di poter confrontare i prezzi in modo rapido e accurato. Booking.com – prosegue il comunicato – crede fortemente nella missione della Commissione Europea di promuovere l’innovazione digitale paneuropea, presupposto del mercato unico digitale. Pertanto continuerà a impegnarsi per una maggiore trasparenza nel mercato, sia per i consumatori sia per le aziende digitali”.

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