INTELLIGENZA ARTIFICIALE

All’insurance piace Watson. E in Giappone saltano gli white collar

La piattaforma Ibm adottata dalle compagnie assicurative per creare efficienze nel processo di determinazione dei premi. E la Fukoku Mutual sostituisce il 30% dell’organico con l’intelligenza artificiale

Pubblicato il 05 Gen 2017

Carlo Salatino

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La trasformazione del mondo del lavoro derivante da un’innovazione sempre più veloce e pervasiva basata su tecnologie disruptive quali intelligenza artificiale, robot, stampa 3D è ormai oggetto di numerosi studi e dibattiti a livello internazionale. La maggior parte degli studi mostra preoccupazioni circa la scomparsa di milioni di posti di lavoro. In tale scenario i sistemi di intelligenza artificiale sono destinati a rendere ridondanti anche i cosiddetti white collar ovvero gli impiegati di concetto che svolgono mansioni basate su capacità di giudizio e decisione.

Tra i diversi settori, quello assicurativo sta assistendo a una rapida diffusione di tali sistemi. In Giappone la compagnia assicurativa Fukoku Mutual Life Insurance Co. sostituirà circa il 30% dell’organico del dipartimento deputato alla valutazione dei pagamenti dei premi assicurativi mediante l’adozione di sistemi e applicazioni di intelligenza artificiale basati sulla piattaforma di cognitive computing Ibm Watson.

Tale sistema si occuperà di raccogliere in modo automatico attraverso la lettura di migliaia di documenti medici, informazioni come durata della degenza ospedaliera, diagnosi, terapie prescritte, procedure chirurgiche, utilizzate per determinare i premi assicurativi. La decisione finale sul premio spetterà comunque a risorse dello staff del dipartimento che oggi conta 131 addetti.

L’introduzione del sistema permetterà di creare efficienze nei processi interni tali da consentire, a partire da marzo, una riduzione dello staff di 34 dipendenti selezionati da un pool di 47 lavoratori con contratto in scadenza. A fronte di una spesa di circa 1,5 milioni di euro per l’implementazione del sistema e circa 120.000 euro annui per la manutenzione del sistema, la compagnia assicurativa risparmierà circa 1,2 milioni di dollari l’anno.

Tra le altre compagnie assicurative che stanno sperimentando applicazioni di intelligenza artificiale, la società Dai-ichi Life Insurance Co. utilizza da tempo Watson di IBM per elaborare i premi assicurativi ma senza previsioni di tagli al personale. La società Japan Post Insurance Co. ha in programma la sperimentazione di applicazioni basate sulla piattaforma Watson a partire da marzo.

Sembra quindi che la corsa allo sviluppo di applicazioni innovative capaci di rivoluzionare l’attuale paradigma socioeconomico inizi a giungere al termine con l’introduzione di applicazioni e sistemi capaci di sostituire le persone in attività caratterizzate da un certo grado di complessità a testimonianza del fatto che la diffusione mainstream dell’intelligenza artificiale è sempre più vicina.

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