LAVORO

Allarme Ict in Lombardia: a rischio il 17% degli occupati

Secondo stime della Cisl sono 1.981 i posti a rischio nel settore. Il segretario Alberta: “Vertenze e mobilitazioni stanno coinvolgendo centinaia di lavoratori”. Fra le aziende in difficoltà Italtel, Alcatel-Lucent, Agile, Jabil, Sem, Bames, Linkra

Pubblicato il 16 Mar 2012

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Sono 1.981 i posti di lavoro a rischio in Lombardia nell’Ict e nell’High Tech, pari al 17,3% degli occupati del settore. E’ quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Fim Cisl sulle aziende metalmeccaniche in crisi, focalizzato sul settore dell’alta tecnologia che negli ultimi mesi ha visto un’accelerazione delle situazioni di difficoltà. "Vertenze e mobilitazioni stanno coinvolgendo centinaia di lavoratori – sottolinea Nicola Alberta, segretario generale Fim Cisl Lombardia – Le aziende dell’Ict e dell’High Tech sono decisive per lo sviluppo qualificato e sostenibile dell’industria e in Lombardia, ma occorre un ruolo più incisivo della Regione nella gestione delle situazioni di crisi e nella difesa delle eccellenze".

Nel settore operano diverse imprese, soprattutto multinazionali, insediate in particolare nelle aree di Milano e Brianza, Bergamo, Lecco, con un’occupazione complessiva in Lombardia di 11.444 lavoratori, per un totale dei gruppi a livello nazionale di 22.858. Le principali vertenze occupazionali attualmente aperte interessano imprese rilevanti quali Italtel, Alcatel, Agile, Jabil, Sem, Bames, Linkra. In alcune di queste aziende sono già in corso processi di sospensione (cassa integrazione straordinaria, contratti di solidarietà, mobilità) con incertezza per il futuro. In altre, come nel caso di Alcatel, ci sono dichiarazioni di esubero da parte delle imprese e di rilocalizzazione di attività in altri Paesi. In altri casi ancora si prefigurano riassetti e ristrutturazioni a livello internazionale, con probabili ricadute sul nostro territorio (è il caso di Nokia Siemens).

Per sollecitare interventi concreti delle istituzioni, la Fim lombarda ha presentato alla Regione un documento che oltre agli ultimi dati sulle crisi del settore presenta alcune proposte concrete: rilanciare i poli tecnologici, i distretti e gli insediamenti produttivi; incrementare e dare certezza agli investimenti pubblici sulle infrastrutture tecnologiche; sostenere i progetti di investimento delle imprese; aprire il confronto con le aziende per evitare le delocalizzazioni; rafforzare le politiche attive per l’occupazione; creare una sede di confronto permanente sull’High Tech a livello regionale e nazionale. "Tutte le azioni dovranno trovare una sede permanente di confronto e raccordo che coinvolga le istituzioni, i sindacati, le associazioni di impresa, le universita – sottolinea ancora il segretario generale della Fim Cisl Lombardia – L’attivazione positiva del confronto a livello regionale e’ importante anche in termini di raccordo e di stimolo per le necessarie scelte del ministero dello Sviluppo economico in materia di politica industriale".

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