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Amazon dice addio ai banner pay per click

Dal 31 ottobre stop alle inserzioni che tanto piacciono ai retailer. Si punta su semplici annunci testuali, privi di foto e di link esterni a merchant che non vendono direttamente sulla piattaforma

Pubblicato il 12 Ago 2015

Domenico Aliperto

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Addio ai banner pubblicitari pay per click. Dal 31 ottobre Amazon rinuncerà alle inserzioni che compaiono nella parte bassa dei risultati delle ricerche e che tanto piacciono ai piccoli retailer. Ne parla il Wall Street Journal, che ha potuto visionare una mail inviata dalla società di Jeff Bezos ai propri inserzionisti, nella quale si precisa che da novembre Amazon offrirà semplici annunci testuali, privi di foto e soprattutto privi di link esterni ai siti dei merchant che non vendono direttamente sulla piattaforma.

Un portavoce del Gruppo ha commentato dicendo che Amazon “rimodula costantemente i servizi offerti ai partner per aiutarli a raggiungere meglio il proprio bacino di clienti”, ma la verità sarebbe un’altra. Il programma Product Ads, come detto molto apprezzato dai retailer non iscritti alla piattaforma di e-commerce ma desiderosi di raggiungere i circa 280 milioni di utenti che la frequentano, sembra essersi rivelato un’arma a doppio taglio: se da una parte offre ad Amazon ricavi significativi, visto che ogni click può fruttare a seconda dei casi dai 10 centesimi di dollaro a 2,05 dollari, dall’altra, permettendo a Google Advertising di entrare nel sistema con annunci testuali, si trasforma in un preziosissimo strumento per l’analisi del comportamento dei consumatori. A partire da novembre, con l’istituzione del nuovo sistema, Google dovrebbe essere estromesso dalla piattaforma.

Si tratta comunque solo di un’ipotesi, visto che sia Amazon che Big G non si sono dichiarati disponibili ad approfondire la questione nel merito. Sta di fatto che sui circa 1,26 miliardi di dollari di fatturato che Amazon dovrebbe fatturare nel 2015 solo grazie alle attività pubblicitarie (nel 2014, secondo eMarketer, le revenue si aggiravano intorno al miliardo), una buona parte sarebbe proprio legata ai Product Ads e a strumenti simili. Lo sostiene la società di consulenza ChannelAdvisor, spiegando che in un’indagine recentemente effettuata il 35% dei retailer giudica questo tipo di banner quello che garantisce il miglior ritorno sugli investimenti.

“La notizia ci lascia interdetti”, ha confermato parlando con l’agenzia Reuters Angela Hsu, vice president e responsabile dell’Internet business & marketing di Lamps Plus, azienda specializzata in oggettistica per la casa e iscritta al programma Product Ads, che aveva permesso di incrementare le vendite dell’80%.

Evidentemente, se Amazon è disposta a rischiare una fetta consistente di ricavi (e di clienti) è perché alla lunga il meccanismo rischia di avvantaggiare la concorrenza. Addio quindi ai Product Ads: arrivano i più sicuri Text Ads, un prodotto non ancora inserito nel listino ufficiale del portale ma disponibile in versione beta per il mercato americano.

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