PRODUZIONE INDUSTRIALE

Anie, la crisi non è ancora finita

A settembre elettrotecnica in flessione del 6,4%, elettronica in incremento del 3,6%. Ma il consuntivo dei nove mesi 2012 è negativo. Il presidente Claudio Andrea Gemme: “Burocrazia, costi dell’energia e giustizia troppo lenta zavorre pericolose”

Pubblicato il 09 Nov 2012

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La fase recessiva nel settore tecnologico italiano non è finita. Il settore delle tecnologie, Elettronica ed Elettrotecnica, non è uscito dal tunnel della crisi e la fase recessiva del paese continua. Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’industria italiana delle tecnologie – Elettrotecnica ed Elettronica – rappresentata da Confindustria Anie ha mostrato a settembre 2012 segnali di discontinuità nei dati di produzione industriale. A settembre 2012, nel confronto con lo stesso mese del 2011, l’Elettrotecnica ha sperimentato una variazione negativa della produzione industriale del 6,4%. Dopo mesi di continua flessione l’Elettronica ha, al contrario, evidenziato un rimbalzo positivo del 3,6% (-4,4% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).

Anche nel confronto congiunturale le due macro-aree mostrano andamenti disallineati. A settembre 2012, nel confronto con agosto 2012, l’Elettrotecnica ha registrato una variazione negativa dei livelli di attività industriale del 3,4%; mentre l’Elettronica ha sperimentato un lieve incremento (0,9%).

Nella media dei primi nove mesi del 2012, nel confronto con il medesimo periodo dell’anno precedente, l’Elettrotecnica ha evidenziato un risultato cumulato annuo negativo del 10,2%, l’Elettronica del 2,8% (-6,9% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). L’Elettrotecnica, tradizionale motore dello sviluppo settoriale, ha mostrato la variazione negativa più ampia fra i settori manifatturieri.

“I dati di oggi dimostrano che la fase recessiva del Paese non è finita – ha detto Claudio Andrea Gemme, presidente di Confindustria Anie – “Alcuni segnali di stabilizzazione emersi dopo i mesi estivi sono ancora troppo fragili e discontinui per lasciare intravedere l’avvio di una nuova fase di ripresa. Come rappresentante di un significativo settore imprenditoriale italiano non posso smettere di dire che se non si sostiene con forza la domanda interna riducendo i pesantissimi oneri del costo del lavoro, l’economia industriale continuerà a soffocare. Troppe voci ostacolano la competitività delle nostre aziende: il costo dell’energia, il peso della burocrazia, la giustizia troppo lenta, ma soprattutto la pesante zavorra del cuneo fiscale. Anie sollecita e segue con attenzione tutti gli interventi che potranno essere attuati per sprigionare le potenzialità di crescita nel mercato interno, non ultimo il recente recepimento della direttiva europea sui ritardi nei pagamenti che muove in questa direzione”.

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