CONCORRENZA

Antitrust, multa da 500mila euro a Tripadvisor per “pratiche scorrette”

Sanzione dell’antitrust per “la diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni” degli alberghi. La segnalazione era partita da Unione consumatori e Federalberghi. Il sito: “Faremo appello”

Pubblicato il 22 Dic 2014

A.S.

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Cinquecentomila euro di multa a Tripadvisor Llc e Tripadvisor italia Srl. E’ la sanzione inflitta dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, su segnalazione dell’Unione nazionale Consumatori, di Federalberghi e di alcuni consumatori, dopo aver accertato “la scorrettezza della pratica commerciale realizzata – spiegano dall’Antitrust – a partire da settembre 2011 e tuttora in corso, dalle due società”.
“Con questo provvedimento, l’Antitrust ha vietato la diffusione e la continuazione di una pratica commerciale consistente nella ‘diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni’ – si legge in una nota dell’authority – pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni”.

In particolare, spiegano dall’Antitrust, TripAdvisor pubblicizza la propria attività mediante claim commerciali che, in maniera particolarmente assertiva, enfatizzano il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili in quanto espressione di reali esperienze turistiche.
A giudizio dell’Autorità, le condotte contestate violano gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo, “risultando idonee a indurre in errore una vasta platea di consumatori in ordine alla natura e alle caratteristiche principali del prodotto e ad alterarne il comportamento economico”.

L’intervento dell’Antitrust punta “a evitare che i consumatori assumano le proprie scelte economiche, in ordine ai servizi resi dalle strutture turistiche ricercate sul sito, basandosi anche su informazioni pubblicitarie non rispondenti al vero”.

Ora le due società avranno 90 giorni di tempo per comunicare al Garante le iniziative assunte per ottemperare al divieto di ulteriore diffusione e continuazione della pratica commerciale scorretta, mentre la sanzione amministrativa dovrà essere pagata entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento.

Commentando la notizia Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, esprime “Netto apprezzamento per la decisione dell’Antitrust, che si muove nella direzione giusta, volta ad offrire maggiore tutela ai consumatori e alle imprese. Una persona che desidera informarsi – prosegue – quando consulta un sito che afferma di pubblicare le opinioni di altre persone, ha il diritto di conoscere le vere opinioni di vere persone che raccontano una vera esperienza. Allo stesso modo il soggetto al quale si riferisce un determinato commento pubblicato in rete ha diritto ad essere tutelato contro ogni forma di diffamazione, di concorrenza sleale e di pressione indebita”.

A stretto giro la replica del sito, cha annuncia di voler fare ricorso contro la decisione dell’Authority: “Stiamo rivedendo il provvedimento dell’Antitrust, ma da un esame preliminare della decisione riteniamo che non sia ragionevole, siamo fortemente in disaccordo con il suo contenuto e faremo appello – si legge in una nota di Tripadvisor – Crediamo fermamente che TripAdvisor rappresenti una forza positiva, sia per i consumatori sia per l’industria dell’ospitalità”. “Combattiamo le frodi con forza e abbiamo molta fiducia nei nostri sistemi e processi – spiegano da tripadvisor – Da un primo esame riteniamo che le conclusioni dell’Antitrust siano ingiustificate e non in linea con la realtà commerciale e non solo quella di società che si occupano di ‘contenuti generati dagli utenti’ ma di qualunque società in qualunque settore. La politica di tolleranza zero dell’Antitrust significa che ci avrebbero condannato anche se solo una recensione su un milione fosse stata considerata non accurata. È stato adottato uno standard che non è realistico per nessuno modello di business”.

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