Apple è stata nuovamente accusata di violare i diritti dei lavoratori in Cina. Mentre le sue azioni stanno per toccare i massimi storici, la Mela è stata accusata da due organizzazioni per i diritti umani, China Labor Watch e Green America, di aver violato 22 leggi sul lavoro nella fabbrica Catcher Technology, nella città di Suqian, in Cina. Catcher produce lo scheletro esterno di metallo per iPad e alcune componenti di iPhone, oltre a lavorare per altre compagnie hi-tech.
Le presunte violazioni riguarderebbero politiche di assunzione discriminatorie, formazione pre-lavorativa incompleta, scarsa sicurezza delle infrastrutture, eccesso di ore lavorative, straordinari non pagati, management troppo rigido e condizioni inadeguate nei dormitori della fabbrica.
La non profit ambientalista Green America e China Labor Watch, un gruppo di tutela dei lavoratori con sede a New York, sostengono che “le indagini hanno scoperto estese violazioni della legislazione sul lavoro cinese, così come violazioni delle policy di Catcher e del Codice di Condotta dei fornitori di Apple”.
Apple da parte sua ha dichiarato che “c’è spazio per un miglioramento delle attività di Catcher” e ha predisposto un’indagine interna.
Non è la prima volta in cui un fornitore cinese di Apple finisce sotto accusa. Negli anni scorsi è finito nel mirino il Foxconn Technology Group, leader mondiale nella produzione di elettronica e una delle principali aziende subappaltatrici di Apple. La multinazionale taiwanese con molti sedi in Cina, dove impiega circa 1 milione di lavoratori, è stata contestata dalle organizzazioni umanitarie per le dure condizioni di lavoro a cui costringe i propri dipendenti e per i magri salari corrisposti. In passato alcuni operai sono arrivati a suicidarsi, forse proprio perché eccessivamente vessati.