Le aziende più innovative del mondo hanno casa tutte fuori dall’Europa, e le principali sono per la maggior parte concentrate negli Stati Uniti d’Amerca. E’ quanto emerge dall’ultima edizione dello studio “The Most Innovative Companies” (qui la classifica completa) realizzato da The Boston Consulting group, che vede da dodici anni consecutivi Apple in prima posizione, seguita nelle ultime tre edizioni sempre da Google. Sul gradino più basso del podio c’è Tesla. A seguire, stabile in quarta posizoine, Microsoft, seguita da Amazon, che quest’anno ha fatto un salto in avanti di quattro posizioni. A completare la top ten ci sono rispettivamente Netflix, Samsung, Toyota, Facebook e Ibm. Tra queste le società fondate da Reed Hastings e Mark Zuckerberg fanno per laprima volta ingresso nella top ten, guadagnando rispettivamente 15 e 19 posizioni rispetto allo scorso anno.
Per trovare la prima multinazionale con headquarter in Europa bisogna scendere fino all’undicesimo posto, presidiato dal colosso farmaceutico tedesco Bayer, seguito in quattordicesima posizione da Bmw.
Il travel & tourism è rappsentato nella top 50 da Expedia, Airbnb e Uber, mentre la classifica registra una progressione importante di alcuni brand dell’abbigliamento sportivo, come Nike e Under Armour, sempre più attente a distinguersi come “digital fitness company”.
I risultati della ricerca, secondo gli autori Michael Ringer, Andrew Taylor e Hadi Zablit, segnalano come la velocità del cambiamento e l’impatto che le nuove tecnologie stanno avendo anche su settori tradizionali stiano rendendo cruciale per le aziende la capacità di bilanciare tra innovazione generata all’interno e proveniente da fuori. Le aziende in classifica, si legge in una nota di Bcg, sono capaci di scandagliare, captare ed elaborare con efficienza e i segnali innovativi che giungono da mondi diversi e veloci nel portarli al proprio interno.
La ricerca è stata condotta a livello globale intervistando più di 1.500 capi d’azienda provenienti da diversi settori e combinando le risposte con i risultati finanziari delle società indicate negli ultimi tre anni.
Aggregando i dati della top 50 emerge che in classifica compaiono 34 società statunitensi, 10 europee, 6 asiatiche, con gli stati Uniti che hanno aumentato il proprio peso complessivo nel ranking, passando dal 44% del 2013 all’attuale 68%