REPUTATION

Apple e Google, perde colpi la potenza dei brand. Amazon in spolvero

La Mela e Alphabet precipitano nella classifica annuale di Harris Poll Reputation Quotient sulla scorta di un deficit di innovazione: “Lontani i tempi del lancio di iPhone e Google Maps. Selfdriving cars e Intelligenza artificiale ancora semplici promesse, non viene percepita la loro forza”. Al primo posto l’azienda guidata da Jeff Bezos. In accelerazione Tesla grazie al lancio nello Spazio della Roadster: “Colma un vuoto di ottimismo”

Pubblicato il 13 Mar 2018

r. c.

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Apple chi? Il brand della Mela, uno più prestigiosi al mondo, sull’orlo di un pericoloso appannamento. A vantaggio di Amazon. Emerge dal sondaggio annuale di Harris Poll Reputation Quotient (vengono condotti dal 1999), secondo cui il 2018 registrerà un radicale sparigliamento di carte nella visibilità dei marchi più noti in ambito tecnologico. Apple e Alphabet di Google scendono nell’indice di notorietà mentre Amazon tiene saldamente il primo posto della classifica e Tesla risale il ranking sulla spinta della Roadster lanciata nello spazio.

In particolare il produttore dell’iPhone dal quinto scende al 29esimo posto (nel 2016 aveva conquistato il secondo) mentre Google passa dall’ottavo al 28esimo.  Fra i motivi del “declassamento” dei due big l’assenza di prodotti in grado di calamitare l’attenzione, come invece era successo negli anni passati con il lancio, per esempio, di iPod, iPhone e iPad oppure, versante Google, Docs o Google Maps. “Un periodo di guado, per Google e Apple – secondo John Gerzema, Ceo di Harris Poll -. Si parla di auto selfdrive, ma ancora non possiamo guidarle. E non stiamo nemmeno ancora vedendo tutto quello che l’intelligenza artificiale promette di regalare”.

La prima posizione di Amazon è attribuibile invece alla politica di “forte espansione in più settori”, con il risultato che l’azienda occupa uno spazio sempre maggiore nella quotidianità dei consumatori.

La Tesla di Elon Musk è salita al terzo posto sulla spinta dello SpaceX e nonostante il fugace successo nella distribuzione di auto. “Musk – dice Gerzema – è in grado di sollecitare l’immaginazione del pubblico quando invece ogni notizia tende a disegnare un futuro negativo. Sta colmando un vuoto di ottimismo”.

Buona anche la performance di Facebook nonostante l’azienda si trovi nel mirino dei legislatori statunitensi sul ruolo dei social media nelle elezioni presidenziali 2016: il sito social si è classificato al 51esimo posto in classifica.

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