LA GUERRA DEI SANZIONI

Apple finisce nell’embargo di Putin

Dopo la chiusura dei McDonald’s spunta il divieto per l’utilizzo di iPhone e iPad durante gli eventi ufficiali. Per ora solo un danno di immagine che potrebbe però spingere l’escalation della guerra commerciale fra Usa e Russia. E c’è chi parla già di contratti che puntano a sostituire i dispositivi della Mela con quelli Samsung

Pubblicato il 22 Ago 2014

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McDonald’s chiusi in centro a Mosca, bevande straniere vietate durante gli eventi ufficiali. E soprattutto via tutti gli iPad e iPhone da conferenze e riunioni a cui partecipino membri ufficiali o rappresentanti del governo. La Russia di Putin reagisce alle sanzioni erogate dall’Occidente per la crisi dell’Ucraina e colpisce una serie di settori merceologici. In alcuni casi più per l’immagine che non per un reale danno commerciale di sostanza, anche se in futuro le cose potrebbero peggiorare. La tecnologia però viene messa in mezzo: adesso con Apple e i suoi smartphone e tablet, domani forse con le forniture per la pubblica amministrazione russa.

La prima rappresaglia commerciale è stata la chiusura annunciata di quattro McDonald’s, di cui uno a Mosca nella centrale piazza Pushkin, per presunte “violazioni sanitarie”. Subito dopo, l’annuncio che a Mosca si stava vagliando l’ipotesi di bandire il consumo di bevande straniere nelle occasioni ufficiali e infine è emersa anche la notizia non ancora confermata che ieri i dirigenti del governo russo stessero ipotizzando il bando dalle cerimonie ed eventi ufficiali a cui partecipano rappresentanti del governo moscovita degli apparecchi come gli iPhone e gli iPad (riconoscibili per l’onnipresente bianca mela morsicata). In più, per aggiungere al danno anche la provocazione, fonti informate avrebbero ipotizzato che Mosca sarebbe stata anche favorevole a stipulare un contratto con la coreana Samsung per sostituire iPhone e iPad con l’equivalente della linea Galaxy, almeno secondo le voci raccolte dal quotidiano filogovernativo Izvestia.

La mossa, che colpisce dal punto di vista dell’immagine Apple, sarebbe un modo per portare sui giornali internazionali – e soprattutto su quelli interni alla Russia – l’idea di una leadership forte capace di reagire alle sanzioni occidentali. In realtà il danno economico provocato dalla rabbia di Putin per le conseguenze del braccio di ferro con l’Ucraina sarebbe molto limitato, dal momento che non sarebbe vietata la commercializzazione e vendita di nessun prodotto Apple in Russia, ma solamente il loro utilizzo pubblico durante gli eventi a cui partecipano funzionari e dirigenti del governo russo. Un danno di immagine, appunto, e una stilettata che potrebbe far continuare l’escalation della guerra commerciale tra Usa e Russia.

Se in Unione europea la Commissione ha infatti già stanziato più di 30 milioni di euro di aiuti di emergenza per alcuni prodotti ortofrutticoli che sono stati embargati dalla Russia (la maggior quota percentuale questi aiuto è rivolta ad aziende italiane del settore, seguite da Spagna, Grecia e Francia), gli Stati Uniti si vedranno presto di fronte al rischio che una serie di scelte tecnologiche delle amministrazioni statali e regionali russe possano essere rimesse in discussione.

I grandi player americani del mercato tecnologico forniscono infatti strumenti e infrastrutture digitali anche in Russia, un mercato considerato positivo e in crescita soprattutto grazie al rinnovamento tecnologico a cui si sta sottoponendo la pubblica amministrazione ex sovietica. L’embargo tecnologico in settori come gli apparecchi di rete per datacenter, telecomunicazioni e sistemi cloud potrebbe produrre non tanto danni di immagine al governo Usa quanto danni economico alle aziende produttrici.

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