LA GUERRA DEI BREVETTI

Apple vs Samsung, il giudice chiede “pace”

Nuova tappa nella battaglia legale tra i colossi hi-tech: ieri i sudcoreani hanno contestato l’entità del maxi-risarcimento chiesto ad agosto dalla Mela per violazione dei brevetti. Le decisioni del magistrato Lucy Koh attese nelle prossime settimane

Pubblicato il 07 Dic 2012

Luciana Maci

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Tra Apple e Samsung è arrivato il “tempo per una pace globale”: lo ha auspicato Lucy Koh, giudice del tribunale distrettuale di San José (California) che ieri ha presieduto l’ennesima tappa della disputa legale tra i due giganti dell’hi-tech incentrata sulle accuse di violazione di brevetti.

“Fatemi sapere se c’è qualcosa che la corte può fare: sarebbe buono per i consumatori, per l’industria e per le parti in causa” ha detto il magistrato al termine della lunga udienza voluta da Samsung per contestare la sentenza dell’agosto scorso, emessa dallo stesso tribunale, con cui si condannava il gruppo sudcoreano a pagare 1,05 miliardi di dollari per l’uso illegale di diverse licenze di proprietà della Mela. Al centro del dibattimento di ieri c’era l’entità del risarcimento, che è tra i più ingenti nella storia per quanto riguarda le cause relative alla proprietà intellettuale.

Apple chiedeva a Samsung il pagamento di una cifra maggiore rispetto al miliardo già deciso dalla giuria in primo grado, mentre Samsung voleva ottenere una riduzione del risarcimento e l’inizio di un nuovo processo.

Per più di 4 ore Lucy Koh ha rivolto una raffica di domande ai legali di entrambe le aziende e, in particolare, ha chiesto a quelli di Apple di “convincerla” che la richiesta di risarcimento per essere stati “copiati” non è eccessiva.

Il giudice ha cercato di chiarire la metodologia usata per il calcolo dell’importo e si è chiesta se il massiccio risarcimento non debba essere ridotto o addirittura se non debba essere celebrato un nuovo processo per ricalcolare i danni.

Al termine ha annunciato che prenderà le decisioni sulle rispettive mozioni presentate dalle aziende “nelle prossime settimane o nei prossimi mesi”.

Resta aperta la questione relativa a Velvin Hogan, presidente della giuria che ad agosto scorso ha condannato Samsung. È responsabile di non aver comunicato il suo coinvolgimento in un precedente processo negli anni ’90 che coinvolgeva Seagate, una società specializzata in IT nella quale Samsung detiene quote significative, sollevando così sospetti di mancata imparzialità di giudizio. Visto il ruolo sospetto del giurato, il verdetto della giuria californiana, secondo Samsung, sarebbe inconsistente.

Sull’altro fronte, Apple accelera perché otto smarpthone del gigante asiatico siano tolti dal mercato Usa prima del periodo dello shopping natalizio e che alla multa di 1,05 miliardi di dollari vengano aggiunti ulteriori danni per 707 milioni.

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