Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi si schiera contro il progetto di realizzare il “museo di arte digitale” a Milano, nella sede dell’ex albergo diurno di Porta Venezia, che era stato lanciato dall’ex ministro alla Cultura Dario Franceschini.
Le obiezioni del sottosegretario
La struttura progettata nel 1925 dall’architetto Piero Portaluppi, “caratterizzata da memorabili arredi Art Decò – obietta Sgarbi – non sembra il luogo più adatto per un museo di arte digitale”. “Nei prossimi giorni – aggiunge Sgarbi – convocherò la direttrice del museo Ilaria Bonacossa per richiamarla all’obbligo di non subordinare al progetto museale la dignità monumentale del sito, che forse sarebbe meglio vocato a un museo di arti decorative e industriali necessario a Milano. Un museo di arte digitale può meglio stare in uno spazio neutrale”.
Il progetto di restauro
“Per l’annunciato restauro è obbligatorio il massimo rigore – sottolinea il sottosegretario – . Ciò che è digitale non può comportare alterazione degli spazi, intrusioni di elementi tecnologici e l’abbattimento dei cubicoli dei bagni. L’arte digitale è immateriale e non può farsi spazio a colpi di piccone. Per questo – conclude Sgarbi – chiederò alla Soprintendente Emanuela Carpani di essere rigorosa nel restauro, per cui il Ministero della Cultura ha stanziato 6 milioni di euro”.
Il sottosegretario indirizza infine un messaggio anche al direttore generale dei Musei Massimo Osanna: “Non credo voglia farsi complice della sua distruzione”, afferma riferendosi all’ex albergo diurno di Porta Venezia.