Asati: “Vivendi appoggi l’alleanza con Cdp”

I piccoli azionisti valutano positivamente le dichiarazioni di Costamagna su possibili intese con TI per lo sviluppo delle Ngn: “Per raggiungere i target europei servono sinergie pubblico privato”

Pubblicato il 18 Dic 2015

Asati valuta positivamente le dichiarazioni del presidente di Cassa depositi e prestiti, Claudio Costamagna, circa possibili alleanze con Telecom Italia, al fine di realizzare il progetto di copertura a banda ultralarga di 250 città.

Infatti, scrive l’associazione dei piccoli azionisti in una lettera inviata a Vivendi, “il raggiungimento degli obiettivi indicati nell’agenda digitale europea richiede la promozione delle più efficaci sinergie tra il pubblico e il privato e non la duplicazione degli investimenti sulla rete di accesso che rappresenterebbe uno spreco di risorse”. Una strada da seguire potrebbe essere quella, peraltro già segnalata in passato da Asati, “dell’entrata di Cassa depositi e prestiti nel capitale di Telecom Italia, magari attraverso il conferimento della stessa Metroweb“.

Questa operazione contribuirebbe, secondo Asati, “certamente ad accelerare la realizzazione della rete in fibra nazionale, tanto auspicata dal governo, ma anche, e soprattutto, ad assicurare, attraverso il ruolo di garanzia di Cdp, la protezione, da speculazioni finanziarie, di asset strategici per la difesa nazionale”.

In occasione della presentazione del piano 2016-2020 di Cdp, Costamagna ha spiegato che “Telecom e Metroweb stanno lavorando a un piano industriale per portare la fibra in 250 comuni”. I tecnici “stanno lavorando, non ho visto i risultati finali che credo positivi ma quando vedremo la bontà del piano ci sederemo a un tavolo per una collaborazione con Telecom con interventi sulla struttura azionaria, ma potrebbe anche non prevederli”.

Asati plaude anche “all’inversione nel riacquisto di edifici core dopo la svendita del più grande patrimonio immobiliare Italiano”.

“Dopo le svendite del più grande patrimonio immobiliare privato a valle della privatizzazione selvaggia, negli anni 2000-2007, compiuto da gestioni prive di visione strategica, ottima oggi la decisione della società di riacquistare da” beni stabili” edifici strategici quali la sede di via Oriolo Romano e di Tor pagnotta a Roma core per l’azienda – dicono i piccoli azionisti – Questo riacquisto segue quello della sede di Rozzano (MI) dove si è svolta tra l’altro l’assemblea del 15 dicembre scorso. Tutti questi edifici sono sedi di impianti strategici dell’azienda quali i data center, il controllo e supervisione di tutta la rete nazionale della società, e il core della trasmissione dati”.

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