IL RAPPORTO

Assinform, digitale in lenta risalita. Santoni: “Ora sosteniamo la PA”

Nel primo semestre 2014 si registrano segnali positivi: il comparto lascia sul terreno il 3,1% a fronte del 4,3% di un anno fa. Sono i fatturati delle telco a incidere maggiormente (-9,2%). Ma i pc tornano a crescere (+6,5%)

Pubblicato il 29 Set 2014

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Bisogna leggere tra le righe, anzi tra i numeri, per trovare qualche buona notizia nel report sull’andamento dell’Ict italiano nel primo semestre 2014. Il report, presentato stamattina da Assinform a Milano, ha infatti un titolo scoraggiante: -3,1%, con una previsione di chiusura dell’anno rivista (sulla base delle previsioni macroeconomiche di Confindustria) a -1,8%. Si tratta comunque di una risalita rispetto allo stesso periodo del 2013, quando il mercato si contraeva del 4,3%. E, come detto, all’interno del settore si registrano dinamiche che fanno ben sperare, delineando quella che Giancarlo Capitani di NetCosulting, relatore dello studio, ha definito una “lenta, silenziosa digitalizzazione del Paese”.

In effetti il risultato negativo complessivo va innanzitutto ascritto al fenomeno ormai strutturale della contrazione dei fatturato degli operatori di Tlc (-9,2%). Guerra dei prezzi, tariffe flat e razionalizzazione del numero di Sim (dopo che per molti consumatori è venuta meno l’esigenza di avere più schede per poter parlare con utenti di carrier diversi dal proprio) continuano ad abbattere il valore dei servizi di connettività, che invece a volume non cessano di crescere (+6,6%), specialmente sul fronte del traffico dati. Questa componente comunque pesa per un terzo del mercato digitale, affliggendo una performance che altrimenti si attesterebbe sul +1,1%.

Nonostante il calo dei servizi Ict a 5.079 milioni di euro (-2,4%, risultante della vistosa contrazione dell’outsourcing, a -5,2%, e dei system integrator, -2,8%, con il +7,4% di data center e cloud computing) si è infatti registrato una crescita del software e delle soluzioni Ict (2.615 milioni, a +3,2%), un sensibile aumento dell’e-content e digital advertising (3.202 milioni, +6,6%), oltre a una lieve ripresa dei comparti dei dispositivi e sistemi (8.232 milioni, a +0,7% contro il -2,9% del 2013). “Da evidenziare il ritorno al segno più dei Pc”, ha commentato Capitani, “un effetto rimbalzo generato dall’indisponibilità degli italiani negli scorsi anni a investire in nuovi computer, il cui ciclo di vita è dunque passato da tre a cinque anni, in combinazione con la necessità – specialmente sul lato business – di sostituire le macchine che avevano ancora in adozione il sistema operativo Windows XP”.

Dunque Pc e server hanno segnato un +6,5% in volumi (nel dettaglio: server a +14,3%, desktop a +4,7%, laptop a +7,1%), con una contrazione dei tablet (-10,1%), dovuta secondo Capitani alla saturazione momentanea del mercato potenziale e alla mancanza di significative innovazioni. Non si arresta la crescita degli smartphone, con vendite per 1.310 milioni di Euro (+ 15,4% a valore). Segno più (+3,2%) anche per il comparto del software e delle soluzioni Ict, che ha raggiunto un fatturato di 2615 milioni di euro. In particolare il software applicativo cresce del 4% a 1.795 milioni grazie alle piattaforme per la gestione web (+ 11,1%,) e all’Internet of Things (per il controllo della produzione, l’energy management e l’automotive, ecc., +15,4%), che hanno attutito il calo delle soluzioni applicative (-2,1%). In sensibile crescita pure il software di sistema (+2,5% contro il -3,2% del 2013).

“Fare previsioni in questo clima di incertezza è difficilissimo”, ha spiegato Capitani. “Nei prossimi report cercheremo di dare un’impostazione nuova alle rilevazioni. Fino a oggi ci siamo limitati a scattare delle fotografie e a confrontarle. La nostra ambizione è quella di riuscire a raccontare il mercato in maniera più dinamica. Ciò che emerge chiaramente è comunque l’aumento della domanda di infrastrutture per la connettività ad alte prestazioni”.

“Chiedo scusa per l’ottimismo”, ha commentato Agostino Santoni, presidente di Assinform, “ma io vedo in questi numeri molte proposizioni che sottolineano come nel nostro paese stia cambiando il modo di usare l’Ict. Il compito dell’industria dev’essere quello di garantire servizi, interoperabilità e univocità nella loro erogazione, in uno sforzo comune nella creazione di soluzioni per i cittadini, per le imprese e per i loro clienti. È necessario che anche da parte nostra si smetta di strillare e di chiedere e si cominci a proporre, a facilitare il processo di digitalizzazione: chi cita i dati relativi ai fallimenti delle imprese italiane si dimentica di dire che nell’83% dei casi si è trattato di organizzazioni prive di sito Internet e di servizi di e-commerce. Il nostro compito è favorire la diffusione della cultura digitale per creare occupazione a 360 gradi, in ogni settore e non solo in quello dell’Ict. E in questo siamo pronti a sostenere la pubblica amministrazione e il governo su tutti i fronti d’intervento. I passaggi chiave?”, ha continuato Santoni. “Identità digitale, anagrafe unica, fatturazione elettronica, fascicolo sanitario elettronico e piano scuola”.

Il presidente di Assinform ha approfittato dell’occasione anche per commentare l’iniziativa di Digital Venice. “In generale”, ha concluso Santoni”, noto che la parola ‘digitale’ è ormai diventata patrimonio dei nostri politici, e questo è già il primo segnale di un cambiamento. Digital Venice è stata l’occasione per discutere, ora si tratta di mettere in atto quanto si è discusso, e continuare con il processo di acculturazione di tutti i settori produttivi italiani”.

“Un fronte”, ha chiosato Capitani, “su cui la stessa Confindustria dovrebbe impegnarsi di più”.

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