L'APPELLO

Assintel al governo: “Contributi a fondo perduto per far ripartire le imprese”

L’associazione critica le misure economiche contenute nel Dl dell’8 aprile: “Il credito non è la soluzione”. E avverte: “Urgente sospendere il pagamento delle tasse e tagliare la burocrazia per l’accesso alle risorse”

Pubblicato il 15 Apr 2020

ASSINTEL REPORT 2020 - Il Mercaro ITC e l'Evoluzione Digitale in Italia
ASSINTEL REPORT 2020 - Il Mercaro ITC e l'Evoluzione Digitale in Italia- Roma 24 Ottobre 2019

La situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo mette a dura prova il sistema economico con ripercussioni devastanti per le imprese. Ma “iniettare liquidità” prevedendo esclusivamente la via del credito è una soluzione parziale. È questo il punto di vista di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese Ict e Digitali di Confcommercio, secondo cui occorre liquidità “pura”, in forma di contributi a fondo perduto e sospensione delle tasse con criteri ben diversi da quelli riportati del Dl dell’8 Aprile.

Secondo l’associazione va rivolta particolare attenzione alle micro e piccole imprese, che costituiscono il 98% del nostro tessuto economico e che sono le più esposte alla crisi: per loro il credito non è la soluzione- evidenzia Assintel – a loro serve sospendere le tasse e avere subito contributi per non chiudere.

Nei provvedimenti del Governo si individuano solo due cluster, con i 50 milioni di fatturato che discriminano fra piccole imprese e grandi imprese. Questa discriminazione, a detta di Assintel è assuda. “Sotto i 50 milioni esiste un mondo molto più sfaccettato, fino ad arrivare alle micro imprese, serve articolare le misure in modo scaglionato – spiega una nota –  La discriminante per la sospensione di tasse e contributi non può essere il calo del fatturato, perché ad oggi molte fatture non vengono pagate perché non c’è liquidità”.

Di qui la necesstà che il governo rassicuri le imprese, sospendendo tasse e contributi per tutto il 2020 e posticipandoli al 2021, con sistemi di rateizzazione di almeno 3 anni, per consentire loro di coprire i costi del personale, non licenziare e fare investimenti per ripartire

Assintel chiede di velocizzare i tempi di concessione del credito eliminando la burocrazia e ottimizzando l’utilizzo della tecnologia e di aumentare da 6 ad almeno 10 anni i tempi di rimborso del prestito. Stop anche al tasso di interesse.  Nel mirino anche la proporzione delle risorse destinate al credito alle piccole, medie e micro imprese che non è adeguata: su 200 miliardi solo 30 sono destinati loro. La quota va aumentata almeno a 80 miliardi. “Se vogliamo che questa crisi dia una svolta evolutiva al nostro sistema d’impresa – spiega l’associazione – dobbiamo sostenere chi coglierà l’occasione per riprogettare i propri modelli di business nel contesto della Digital Transformation”. La proposta è di introdurre un Fondo nazionale che eroghi contributi a fondo perduto a quelle Mpmi che vorranno investire nella riprogettazione dei propri modelli di business grazie al supporto della tecnologia.

Non convince nemmeno la tasf force per gestire la fase 2 così come è stata costituita. “Non comprendiamo come nella Task Force costituita dal Governo per la progettazione della Fase 2 non sia stato coinvolto il mondo imprenditoriale, né tantomeno quella maggioranza silenziosa costituita dalle micro e piccole imprese – conclude Paola Generali, presidente Assintel – Oggi non possiamo permetterci un ulteriore scollamento della politica dal tessuto economico, siamo sul crinale e ogni passo falso rischia di far scivolare interi pezzi di Paese nel baratro”.

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