IL REPORT

Assintel: donne e lavoro in salsa Web 2.0

Secondo la prima ricerca di social intelligence promossa dalle imprenditrici dell’associazione, in Europa su blog, forum e social network si parla sempre più della conciliazione tra occupazione e famiglia

Pubblicato il 25 Set 2012

F.Me.

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Sui social network si parla sempre di più del lavoro delle donne e della possibilità di conciliarlo con la famiglia. Il quadro emerge Lavoro dalla prima ricerca di Social Intelligence effettuata in Italia, promossa dal Gruppo di Lavoro Imprenditrici Assintel, l’Associazione nazionale delle Imprese Ict di Confcommercio.

Lo strumento usato per l’ascolto e l’analisi dei dati dal Web 2.0 è la piattaforma Alterian SM2, attraverso la quale sono stati “ascoltati” i contenuti pubblicati in rete dal 1/1/2011 al 31/8/2012 sulla base di parole chiave legate ai tre macro concetti “donne e tecnologia”, “lavoro flessibile” e “Politiche di sostegno alla famiglia”.

Tra i paesi analizzati la Germania mostra il più alto tasso di attività sui temi in questione, determinando anche l’andamento temporale dei risultati, generando picchi grazie alla diffusione di articoli sule donne nel mondo IT, parità dei sessi e flessibilità del lavoro.

Le fonti di provenienza dei risultati sono anch’esse differenti per paese. Si ritrovano infatti le principali testate nazionali soprattutto nei paesi di lingua inglese e tedesca, mentre siti di news meno importanti e di altra matrice, più politica e religiosa, si ritrovano come fonti principali per i paesi mediterranei. Anche nei principali blog per i paesi mediterranei si ripropongono le dimensioni politica e religiosa, mentre nei paesi anglosassoni, accanto ai blog multi tema, possiamo trovare quelli interamente dedicati alla figura della donna.

I Forum mostrano un profilo più variegato, in quanto meno coinvolti sui temi target. Compaiono i forum generici usati come luoghi abitudinari di incontro dagli utenti dei diversi paesi, forum dedicati a temi economici e tecnologici.

È interessante notare come Paesi quali Austria, Germania, Olanda, Svizzera e UK si dedicano relativamente di più a temi quali: donne in posizioni di leadership, donne in posizioni importanti nel mondo della tecnologia, dibattito sulle quote rosa, prospettive di carriera per le donne, lavoro Part-time e possibilità di conciliare Famiglia-Lavoro.

I risultati provenienti da Italia, Francia e Spagna, pongono invece maggior enfasi sulle politiche di sostegno alla famiglia. Il quoziente familiare è argomento esclusivo di Italia e, in misura minore, Francia.

In Francia le politiche sono intese come volte espressamente a permettere l’autonomia lavorativa alla donna, mentre in Spagna e Italia anche come strumento di tutela del nucleo alla base della società. In sintesi si può mappare la situazione europea in tre aree ben distinte: quella della famiglia e delle politiche correlate dominata dai paesi mediterranei, quella anglosassone legata alle politiche volte alla crescita professionale della donna e la terza area che include i Paesi di lingua tedesca e l’Olanda, caratterizzati da una forte presenza dei canali istituzionali di natura prevalentemente economica, dove ci si focalizza sulla presenza della donna nei settori technology-intensive, sulle prospettive di carriera e si dibatte su lavoro flessibile e quote rosa.

“La riflessione che i dati ci stimolano – sottolineano Tiziana Orsini e Valeria Severini, del Gruppo Imprenditrici Assintel – è che la diversa condizione delle donne e i relativi bisogni nei paesi europei ne determinano anche quantità e contenuti delle pubblicazioni in rete relative alla questione femminile. Dove l’occupazione femminile è una realtà consolidata i bisogni di crescita professionale e carriera la fanno da padrona. Ad un differente livello troviamo i paesi mediterranei, Italia in primis, dove il principale bisogno della donna è ancora quello di lavorare, nonostante si abbia una famiglia. Un caso diverso è rappresentato dalla Francia, dove molte donne lavorano grazie alle politiche pubbliche di childcare uniche nello scenario europeo. Le minori difficoltà delle donne in tal senso determinano anche un’attenzione inferiore al problema, visto il minor numero di risultati prodotti”.

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