IL RAPPORTO

Assintel: Ict italiano a -3,2%

Il rapporto 2012 rileva un forte calo nei servizi IT (-3,8%). L’hardware sprofonda del 33,6%. Volano solo i tablet e il cloud computing. La PA crolla per effetto della spending review (-10,8%). Giorgio Rapari: “La salvezza è nella nuova informatica legata al Web e alla nuvola”

Pubblicato il 10 Ott 2012

F.Me.

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Il mercato dell’informatica si contrae del 3,2% nel 2012 in Italia e l’IT ritorna ai livelli di prima del 2000 con un volume di 19 miliardi di euro. Il tasso di decrescita italiano è nettamente peggiore rispetto ai nostri vicini: la media Ue è del -0,9% e la Germania segna addirittura un +4,1%.E’ quanto emerge dall’Assintel Report 2012 secondo cui dal 2008 si sono persi quasi 3 miliardi di euro. Il nodo più critico è quello dei servizi IT, che valgono 8,9 miliardi e perdono il 3,8%, falcidiati dal crollo delle tariffe professionali. Male anche l’hardware con un -9,4% che sprofonda a -33,6% per i pc desktop ma tocca una punta del +52,1% per i tablet, che raggiungono 600 milioni di euro.

Anche la Formazione, da anni in crisi, segna un -4,2%. E infine il Software continua la sua lievissima crescita (+0,8%), con due note particolarmente positive e che rimandano alla “nuova IT”: la Business intelligence di nuova generazione (+3,7%) e il Process & Content Management (+4,1%). La nota positiva è legata all’economia del digitale: l’Italia per certi versi è un popolo in cui la consumerizzazione della tecnologia diventa una moda, e da lì si diffonde per osmosi a livello sociale e imprenditoriale: la vendita di tablet a +52,1% e il Cloud Computing a +57,8% ne sono la punta di diamante. A mancare in questo caso sono però le nuove professionalità, che il nostro sistema formativo non è ancora capace di formare.

“Si sta consolidando un processo ancora non evidenzato che ci lascia ben sperare – ha detto il presidente Assintel e della Commissione Innovazione e Servizi di Confcommercio, Giorgio Rapari – è la Nuova IT, legata al web, al cloud, al mobile, che cresce e crea incessantemente nuovi modi di vivere, relazionarsi, fare business”.

“Oggi la nostra economia si trova in guerra – prosegue Rapari – C’è chi sta in trincea con gli elmetti lottando quotidianamente per difendersi; e poi ci sono i capitani coraggiosi, con lo sguardo oltre l’orizzonte, che prefigurano l’evoluzione del mercato verso un’economia del digitale. Oggi Internet impatta su ogni business e il suo ruolo nella nostra economia va crescendo sempre più rapidamente: quello che ancora manca è un adeguamento infrastrutturale e politico alle nuove dinamiche. Il Decreto per lo Sviluppo Digitale muove alcuni passi coraggiosi, altri piu’ conservativi: la sfida sarà legata alle norme di attuazione, al coordinamento fra i vari attori istituzionali, alla ripresa degli investimenti nella Pa e infine alla reale disponibilita’ di incentivi per chi innova”.

Tre spiragli positivi danno luce all’andamento della spesa IT nei mercati verticali: sono il Consumer (+1,8%), le Tlc / Media (+1,3%) e le Assicurazioni (+1,2%). I peggiori performer – ricorda Assintel – sono quelli colpiti dalla spending review: PA (-10,8%) e Enti Locali (-8%), che pure dovrebbero avere un ruolo anticiclico di stimolo alla domanda. Male anche Industria (-5,1%) e Commercio (-4,5%).

In territorio marcatamente negativo le piccole imprese, in particolare le micro imprese crollano del -16,4% e le piccole imprese del -11,4%: non c’è spazio per investimenti in Innovazione nel loro business, che tende ad ottimizzare i costi per una mera sopravvivenza. Nonostante l’ottimizzazione dei costi sia ancora al vertice delle priorità strategiche dell’88% delle aziende del panel, si intravede un’evoluzione lenta ma costante della percezione del ruolo strategico dell’IT nella gestione dell’attività aziendale, cresciuto dal 28% del 2009 al 57% attuale.

I budget per l’IT nei prossimi 12 mesi – stima Assintel – saranno stazionari per il 33% delle aziende utenti (lo erano nel 63% lo scorso anno) e in contrazione nel 42% dei casi (erano solo il 19% nella scorsa edizione), con punte di tagli oltre il 10% per il 17% di esse. L’allocazione delle risorse e’ destinata per il 64% alla gestione dell’esistente e all’adeguamento tecnologico programmato, mentre il restante 36% a nuovi progetti e allo sviluppo e trasformazione dell’esistente. Ad alto potenziale Virtualizzazione, Document Management, Mobile & Wireless, Information Security Management e Web Content Management.

Il messaggio di Alfredo Gatti, managing partner di Nextvalue che ha realizzato la ricerca per Assintel, è chiaro: “In un contesto certamente non positivo la trasformazione dell’Information Technology continua ad essere una forza dirompente con un proprio autonomo sviluppo. L’IT si conferma come forte driver di innovazione e la vera sfida è gestire le aspettative di un processo di innovazione che diviene sempre più rapido. Di fatto le aspettative delle aziende finali creano forti pressioni sul mondo dell’offerta IT affinché cambino i modelli e le modalità di erogazione delle soluzioni e dei servizi. Anche l’esistente deve essere gestito mentre si incorporano nuovi requisiti, contenuti e capacità di relazione a discapito dell’introduzione di nuove complessità. In questa rincorsa al digitale è ancora più importante rispetto al passato una buona collaborazione tra pubblico e privato e sempre più è necessario che il mondo politico riconosca il valore degli investimenti in IT e la Pubblica amministrazione diventi propositiva, soprattutto oggi che l’Agenda Digitale ha fatto i suoi primi passi anche in Italia.”

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