L'ANALISI

Asta 5G, così saranno i rilanci. Le telco affilano le armi

La banda 700 MHz contesa fra gli incumbent. Prevista una forte competizione sulla 3,6-3,8 MHz. 26 Ghz magnifica preda. L’incognita Iliad. L’analisi di Filippo Lucarelli, partner Ict Consulting

Pubblicato il 06 Set 2018

Filippo Lucarelli

Partner Ict Consulting

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La prossima partita della gara per l’aggiudicazione delle frequenze 5G si giocherà il 10 settembre 2018, termine ultimo per la presentazione delle offerte iniziali da parte degli operatori. La lista dei partecipanti annovera, oltre agli incumbent della telefonia mobile TIM, Vodafone e Wind-Tre, anche Fastweb e Linkem, nonché la francese Iliad e il wholesaler Open Fiber. L’eterogeneità ed il numero dei partecipanti alla gara sono riconducibili alla varietà della dotazione frequenziale messa in palio: si tratta complessivamente di 1.275 MHz, suddivisi nelle bande 700 MHz, 3.700 MHz e 26 GHz; ciascuna banda presenta caratteristiche tecniche diverse rispetto alle altre e si presta pertanto a soddisfare esigenze di deployment di soggetti differenti.

Le risorse frequenziali saranno aggiudicate agli operatori in due procedure distinte e separate; la ripartizione dei lotti in gara nelle due procedure è illustrata nella tabella sottostante.

La prima procedura interesserà un lotto riservato nello spettro a 700 MHz; la relativa partecipazione sarebbe consentita sia a Iliad che ad operatori “nuovi entranti”, quali Fastweb, Linkem ed Open Fiber, i quali tuttavia non hanno presentato domanda di partecipazione per la fase riservata, che vedrà quindi Iliad come unica partecipante. La seconda procedura interesserà invece i rimanenti lotti in palio, ed è aperta a tutti i soggetti ammessi alla gara. Complessivamente, a valle dell’intera gara, lo Stato conta di generare un incasso compreso tra 2,5 e 3 miliardi di €.

Nel delineare le proprie strategie, gli operatori non potranno prescindere dal considerare i limiti posti rispetto alla massima quantità di risorse acquisibili in sede di gara, riassunti nella tabella sottostante.

Un ulteriore fattore che gli operatori dovranno tenere in debita considerazione è determinato dagli obblighi di copertura associati ai vari lotti, dai quali potranno conseguire investimenti, anche consistenti, al momento del deployment della rete. In particolare, gli obblighi più onerosi sono relativi ai lotti 700 MHz FDD, ai quali è associato, tra gli altri, il vincolo di realizzare una copertura estesa ad almeno l’80% della popolazione.

Al fine di meglio comprendere i possibili posizionamenti di gara degli operatori, è inoltre necessario valutare congiuntamente le bande oggetto di gara e le attuali dotazioni dei partecipanti; infatti, il 5G permetterà di utilizzare buona parte dello spettro già attualmente impiegato dagli operatori. 

Per quanto riguarda le bande al di sotto del GHz, che hanno quindi caratteristiche analoghe allo spettro a 700 MHz in gara, la distribuzione delle risorse risulta simmetrica tra i tre incumbent TIM, Vodafone e Wind-Tre con complessivamente 40 MHz a testa, con l’aggiunta di Iliad che può contare su 10 MHz nella banda a 900 MHz. L’operatore francese, unico partecipante alla procedura riservata, potrà aggiudicarsi – al prezzo di riserva – 20 MHz nella banda 700 MHz FDD. Al netto dello spettro riservato, gli operatori dovranno dunque contendersi i restanti 4 blocchi FDD a 700 MHz, a cui vanno ad aggiungersi i tre blocchi SDL, questi ultimi meno appetibili in virtù del loro impiego esclusivamente in Downlink. Poiché nessuno tra i “nuovi entranti” Linkem, Fastweb e Open Fiber, ha presentato domanda per partecipare all’asta riservata, appare irrealistico che questi soggetti intendano concorre per i lotti a 700 MHz FDD, ed è pertanto probabile che saranno proprio i tre incumbent, ed eventualmente Iliad, a competere per i 4 lotti restanti, cercando di ottenere almeno un blocco ciascuno.

Più articolata invece la distribuzione delle bande comprese tra 1 GHz e 3.6 GHz, e conseguentemente anche il possibile scenario di gara per la banda 3.600–3.800 MHz. In questo caso è Wind-Tre ad avere la quota maggiore di risorse, prevalentemente in virtù dell’ampia quantità di spettro che detiene in banda 2.600 MHz. In aggiunta, occorre considerare che le dotazioni spettrali in banda 3.400–3.600 MHz concorrono alla valutazione del limite di 100 MHz che un partecipante può raggiungere assommando lo spettro in tale banda con quello in banda 3.600 – 3.800 MHz eventualmente ottenuto in sede di gara.

Data la rilevanza strategica dello spettro 3.600–3.800 MHz per il lancio dei primi servizi 5G (sia in chiave mobile che fisso wireless), è difficile ipotizzare che qualcuno tra i partecipanti rinunci a priori a concorre per uno dei lotti in gara. Tuttavia, data l’esigua quantità di lotti a disposizione, al più quattro operatori potranno spuntarla e arricchire il proprio patrimonio spettrale. Infatti, gli incumbent cercheranno di ottenere i lotti da 80 MHz (o addirittura un lotto da 80 MHz e uno da 20 MHz), mentre resta da definire a quali lotti ambiranno i nuovi entranti. Si prefigura quindi un’asta altamente competitiva e dall’esito tutt’altro che scontato.

Per quanto riguarda invece l’attuale distribuzione delle bande millimetriche con caratteristiche analoghe allo spettro 26 GHz, con l’eccezione di Iliad e Fastweb, tutti gli altri partecipanti risultano titolari di diritti d’uso di almeno 100 MHz nella quasi totalità delle regioni italiane. Occorre però precisare che tali licenze scadranno il 31 dicembre 2022 e che ad oggi solo la banda a 25 GHz è stata selezionata dal CEPT per utilizzi 5G all’interno dell’Unione Europea.

La banda a 26 GHz oggetto della gara, risulta adatta sia per il dispiegamento di reti di accesso fisso wireless, che per la realizzazione di hot spot ad elevata capacità ed è pertanto appetibile per tutti i soggetti in gara. In particolare Linkem ed Open Fiber potrebbero puntare ad arricchire la propria dotazione, così da potenziare l’offerta FWA e realizzare connessioni fisse a banda ultra-larga; dall’altra parte, Fastweb, Iliad ed eventualmente gli incumbent potrebbero puntare su tali frequenze per indirizzare specifici use case basati su coperture ad hoc ad elevate prestazioni, ed ampliare così il proprio business. L’adozione del modello di licensing Club Use adottato dal MiSE per questa banda dovrebbe favorire l’assegnazione dei cinque lotti a cinque partecipanti differenti.

In sintesi, la prossima procedura di gara vedrà certamente i tre incumbent competere sia sui lotti in banda 700 MHz FDD, che sui lotti in banda 3.600–3.800 MHz. Sarà quindi determinate capire se, forte della propria maggiore dotazione spettrale complessiva, Wind-Tre terrà un atteggiamento meno aggressivo rispetto a TIM e Vodafone.

Iliad parte con la certezza di ottenere due lotti in banda 700 MHz FDD; una sua partecipazione vincente anche nelle aste per i lotti non riservati, specie nella banda 3.600–3.800 MHz, sarebbe un chiaro messaggio nei confronti degli altri competitor e del mercato.

Se possiamo dare come certa la partecipazione di Linkem e Open Fiber alla graduatoria per i lotti in banda 26 GHz, la partecipazione o meno di questi soggetti alle graduatorie per i lotti in banda 3.600-3.800 MHz resta un’incognita, e potrebbe significativamente innalzare il livello della competizione e conseguentemente gli incassi per lo Stato.

Per quanto riguarda infine Fastweb, che ha apertamente incentrato la propria strategia sullo sviluppo di servizi 5G, anche in virtù della recente acquisizione del ramo d’azienda wireless di Tiscali, sarà interessante vedere su quali frequenze deciderà di puntare l’operatore per realizzare la propria nuova rete mobile.

 

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