PIAZZA AFFARI

Bassilichi guarda alla borsa e compra a Belgrado

La società di business process outsourcing mira a superare per il 2014 i 300 milioni di ricavi, con l’Ebitda a 33,4 milioni. E intanto acquista il 51% della serba Ars Blue, specializzata in pagamenti mobile

Pubblicato il 17 Set 2014

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L’obiettivo di medio termine è la quotazione in Borsa, ma nell’immediato, nei programmi del gruppo Bassilichi, che opera nel campo del business process outsourcing e conta su 2.190 dipendenti, c’è l’acquisizione della società di Belgrado Ars Blue e l’emissione sul mercato italiano di obbligazioni per 20 milioni di euro. Un dimostrazione di come l’interesse del gruppo sia puntato sull’area balcanica, l’Est Europa e il Medio Oriente.

Il gruppo, guidato da Marco e Leonardo Bassilichi, prevede di superare per la fine del 2014, i 300 milioni ricavi consolidati – scrive il Soel24ore – con 33,4 milioni di Ebitda.

Quanto al takeover annunciato ieri, che porta nelle mani di Bassilichi il 51% di Art Blue, si tratta di una mossa che porta all’interno del gruppo competenze specializzate nello sviluppo e nell’installazione di piattaforme software per gestire transazioni attraverso Pos, Atm, chioschi service e device mobili.

A chiudere l’accordo è stata Bassilichi central and eastern Europe, altra azienda Serba che i toscani controllano avendone in portafoglio l’80% del capitale azionario.

Quanto ad Ars Blue, il 49% della società rimarrà al suo fondatore, Slobodan Paunovic, che rimarrà direttore e sarà affiancato da Danilo Rivalta, che ha anche la responsabilità del Marketing per l’intero gruppo.

“Così abbiamo completato la filiera dei sistemi di pagamento – dice al Sole24ore Marco Bassilichi, presidente del gruppo – In Serbia abbiamo trovato le condizioni ideali per crescere e adesso disponiamo di un hub per l’intera area balcanica, che consideriamo strategica per andare su mercati come quelli di Polonia, Russia e Turchia. Si tratta di paesi dove nei prossimi anni l’utilizzo della monte elettronica crescerà in maniera esponenziale, nettamente superiore perfino ai tassi di sviluppo attesi per l’Italia, che pure nel triennio a venire dovrebbe raddoppiare le dimensioni del proprio mercato, passando da uno a due milioni di Pos installati”.

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