LA RICERCA

Big data, nel 70% delle grandi aziende soluzioni ad hoc entro il 2023

Secondo Idc in aumento gli investimenti in piattaforme in grado di analizzare i dati a supporto della crescita del business. Nel 2022 un terzo delle imprese avvierà iniziative di alfabetizzazione dei dipendenti

Pubblicato il 27 Ago 2020

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I big data sono una grande risorsa, ma la mancata misurazione dei benefici “inibisce decisioni effettivamente informate su investimenti in dati, integrazione e analisi”. Secondo Idc, ormai tutte le società hanno compreso quanto sia importante fare leva sui dati per evolvere il proprio business. Molte meno, invece, hanno effettivamente integrato strategie interne finalizzate a misurare l’impatto di tali dati sui processi interni aziendali: questo sarà il focus dei prossimi anni in questo settore.

Le previsioni di Idc sono chiare. Entro il 2022 un terzo delle grandi aziende avvierà “iniziative formali di alfabetizzazione dei dati tra i propri dipendenti” allo scopo di potenziare la cultura data-driven. Entro l’anno successivo, il 70% delle grandi imprese escogiterà soluzioni finalizzate a “misurare il valore generato dai dati” con il preciso obiettivo di migliorare i processi decisionali e l’allocazione delle risorse interne, con vantaggi pervasivi e trasversali in tutta l’organizzazione. Entro il 2024, infine, Idc prevede che le società che implementeranno soluzioni di “gestione, integrazione e analisi dei dati basate su tecniche di machine learning” avranno un vantaggio competitivo notevole perché raddoppieranno la produttività dei dipendenti.

Il tempo delle promesse è finito e bisogna capire concretamente come i dati possano e, anzi, stiano cambiando il mondo aziendale. Per esempio, i primi casi d’uso della prima generazione di database e di soluzioni di integrazioni e analisi autonome o parzialmente automatizzate stanno confermato, secondo Idc, “una minore necessità di dedicare tempo ad attività manuali come l’ottimizzazione del database, il backup e recovery, la valutazione e correzione della qualità dei dati”.

Una situazione che quindi sta già portando benefici, che però non riescono a essere realmente misurati. Il 63% degli intervistati da Idc ha dichiarato di “aver visto i benefici dei big data e dei progetti di analisi ma di non averli quantificati”. Urge quindi un miglioramento tecnologico e operativo affinché sia implementata la capacità di “leggere, lavorare, analizzare e discutere con i dati” e massimizzarne il valore”.

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