IL CASO

Big tech nella bufera, il Senato Usa vuole vederci chiaro sulle acquisizioni di startup

La commissione antitrust si riunisce a fine settembre per valutare i comportamenti di Amazon & co. Dubbi sul rispetto delle leggi sulla concorrenza

Pubblicato il 04 Set 2019

Antonio Dini

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Ci sono “serie preoccupazioni” riguardo ai comportamenti dei big del tech. L’ordinamento giudiziario Usa non sta a guardare, i regolatori del mercato si attivano (è prevista una serie di attività e indagini da parte dei procuratori generali degli Stati americani) ma adesso anche la politica americana non resta a guardare.
La commissione antitrust del Senato Usa infatti si riunirà più avanti questo mese per affrontare le preoccupazioni relative alle pratiche anticompetitive di Google, Amazon e ad altri giganti del tech. Il tema centrale all’ordine del giorno sarà capire se queste aziende stiano cercando ad esempio di comprare i loro avversari più piccoli per far fuori la competizione oppure se si tratti di semplice e fisiologico consolidamento dei vari mercati.

Le riunioni del comitato, presieduto dai senatori Mike Lee e Amy Klobuchar, sono previste a partire dal prossimo 24 settembre. Non è finora stata programmata però la presenza di alcun testimone o persona informata dei fatto da ascoltare.
«Siamo interessati – ha dichiarato Lee – anche a sollecitare una opinione da parte degli analisti delle policy, dai partecipanti ai mercati e dagli altri stakeholder. Vogliamo capire se secondo loro è necessaria una azione legislativa relativa a queste acquisizioni per assicurare che i mercati digitali rimangano competitivi».
Secondo Klobuchar le acquisizioni fatte dai big del tech «hanno sollevato serie preoccupazioni per la competitività» e come tali devono essere sottoposte a una indagine più ravvicinata e dettagliata. Attività che potrebbe potenzialmente portare alla creazione di nuove e ulteriori norme antitrust negli Usa.

«Le grandi aziende del settore tecnologico – ha detto Klobuchar – sono diventate tra le organizzazioni più potenti al mondo. Si trovano a fronteggiare una competizione molto piccola e limitata e ci sono moltissimi esempi di queste aziende che hanno comprato start-up con tecnologie in competizione con le loro in vari settori del mercato».
I big del tech stanno affrontando un periodo di intenso e minuzioso esame da parte di differenti soggetti dell’ordinamento americano. A luglio il Dipartimento di giustizia ha aperto una indagine ad ampio spettro su tutte le principali aziende di tecnologia digitale americana: soprattutto Alphabet, Amazon, Facebook e secondo alcune indiscrezioni anche Apple. L’obiettivo sarebbe capire se queste aziende stiano portando avanti dei comportamenti e delle pratiche anticompetitive.
Nello stesso tempo, e separatamente da quanto scritto sopra, la Federal Trade Commission sta portando avanti una sua indagine su Amazon e Facebook per capire se hanno abusato del loro enorme potere di mercato per distorcerne le dinamiche e trarne ulteriore vantaggio.

Le preoccupazioni sugli effetti distorsivi che i giganti di Internet potrebbero avere sulla concorrenza stanno portando anche i singoli Stati americani ad aprire inchieste antitrust di Facebook & Co. Attività che vanno ad affiancarsi a quelle già in piedi e promosse dalle autorità federali, come ad esempio il dipartimento della Giustizia e la Federal Trade commission.
Per essere più efficaci e razionalizzare le attività, inoltre, i procuratori di diversi Stati Usa stanno coordinando le proprie indagini antitrust, in modo da procedere affiancati. I contatti tra di diversi Stati sarebbero però ancora in una fase iniziale, e prima che l’indagine possa effettivamente vedere la luce potrebbero passare diversi mesi, anche se l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già in autunno.

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