IL CASO

Bitcoin, sui rialzi del 2017 spunta l’ombra di una “manipolazione”

E’ la teoria di John Griffin, docente all’Università del Texas: dietro la metà delle impennate della cryptovaluta si nasconderebbero tecniche di alterazione del mercato

Pubblicato il 14 Giu 2018

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Nel 2017 Bitcoin sarebbe finito al centro di una imponente manovra speculativa, che ha portato a una serie di rialzi del valore della cryptovaluta provocati artificiosamente. E’ la tesi che John Griffin, professore di finanze all’università del Texas, sostiene in un suo studio accademico, che evidenzia una “concentrata campagna di manipolazione dei prezzi” nella metà dei rialzi avvenuti lo scorso anno.

La tesi del professor Griffin rilancia così l’ipotesi che a guidare la crescita di valore della cryptovaluta sia stata una strategia stabilita a tavolino da alcuni grandi player del mercato, e non l’andamento fisiologico dovuto agli acquisti dei singoli utenti e consumatori.

Griffin è giunto a questa conclusione analizzando i dati di milioni di transazioni e sulla piattaforma Bitfinex, che ha creato una valuta virtuale secondaria, il Tether, ovvero un token legato al valore del dollaro ed emesso solo da Bitfinex.

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