IL PROGETTO

Blockchain per il mercato dell’arte, via alla “mozione” dei notai

Dalla tokenizzazione dei crediti d’imposta al registro volontario delle opere: il Consiglio Nazionale del Notariato lancia una serie di proposte per rendere più agile la valorizzazione del patrimonio italiano. Sprint all’Art Bonus e agli investimenti dall’estero

Pubblicato il 02 Dic 2022

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Potenziare lo strumento dell’Art Bonus attraverso la tokenizzazione dei crediti
d’imposta – e la loro circolazione – per le erogazioni a sostegno della cultura, utilizzando la tecnologia e il controllo di legalità notarile. È la proposta del Notariato per dare impulso al mecenatismo culturale in Italia attirando investimenti dall’estero e promuovendo la protezione del patrimonio culturale.

Soluzioni digitali per i Beni culturali italiani

Sul fronte pubblico, si legge nella nota, “l’Italia soffre di risorse talvolta insufficienti per la tutela e lo sviluppo del patrimonio artistico e culturale a fronte del valore strategico che questa risorsa rappresenta, e non ha ancora colto appieno il potenziale dato dalle nuove tecnologie digitali“.

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La proposta aconsiste nella creazione di un registro digitale degli investimenti a favore del patrimonio culturale ed artistico (musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali) attraverso la tokenizzazione del credito fiscale conseguente alle erogazioni liberali.

Quali sono gli interventi previsti

In particolare l’intervento del notaio nella tokenizzazione del credito prevede l’identificazione del mecenate, la verifica della correttezza della richiesta di sovvenzione di un’opera/attività, le verifiche previste dalle normative e il rispetto dei controlli antiriciclaggio, la regolarità formale dell’erogazione per evitare futuri contenziosi e infine la facilitazione delle erogazioni da parte di soggetti stranieri.

Una volta tokenizzato il credito in maniera certa e garantita dal notaio, questo potrebbe essere ceduto sia a banche sia ad altri soggetti privati avendo la possibilità di mantenere un tracciamento dell’effettivo titolare del credito.

Una leva per l’Art Bonus

La cessione del credito, dicono i notai, potrebbe essere un utile volano per l’iniziativa dell’Art Bonus perché diventerebbe “maggiormente appetibile per i soggetti stranieri” i quali – in mancanza di redditi in Italia – non avrebbero alcuna possibilità di beneficiare del credito d’imposta.

“La proposta del Notariato nasce dalla volontà di sostenere il patrimonio culturale italiano attraendo anche investimenti dall’estero. – dice Giulio Biino, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – L’utilizzo della tecnologia può rivelarsi utile nel semplificare questo percorso, senza con ciò rinunciare alla trasparenza delle operazioni che deve sempre ispirare l’attività dello Stato e dei privati in questo settore”.

“L’obiettivo è anche illustrare il contributo che il Notariato può dare nel campo dei beni culturali ed artistici – afferma Antonio Areniello, Presidente della Fondazione Italiana del Notariato – promuovendo un approccio multidisciplinare alla formazione tra competenze giuridiche e digitali.”

Biometria delle opere d’arte

In Italia non esiste alcuna modalità di certificazione “ufficiale” dell’autenticità di un’opera d’arte. Il Notariato si propone di creare un registro volontario delle opere d’arte che raccolga dati “anagrafici” ed evidenze biometriche dell’opera stessa, e che produca una certificazione delle caratteristiche dell’opera e della relazione biunivoca con il suo autore, anche in collaborazione con Archivi e Fondazioni per gli artisti non più viventi.

“Il notaio – ha ricordato Vincenzo Gunnella, Presidente Notartel e consigliere nazionale del Notariato con delega all’Informatica – può certificare, quindi, l’opera d’arte e autenticarne la provenienza e attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie basate sui registri distribuiti – blockchain – potrebbe, inoltre, creare un sistema di circolazione sicura, tracciabile e garantita”.

Questo consentirebbe di evitare (o comunque fortemente limitare) eventuali plagi, contraffazioni e violazioni del diritto d’autore ovvero ancora abusi legati a diffusione illecite o altre violazioni di diritti patrimoniali dell’opera. Inoltre, permetterebbe di rendere certe le transazioni, grazie alla ricostruzione e registrazione dei passaggi intermedi, e permetterebbe l’allargamento del mercato dell’arte anche a “non addetti” spesso tagliati fuori da questo settore”.

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