“Digital Minds for a new Europe” è il titolo della serie di interventi raccolti sul sito di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Ue e commissario uscente all’Agenda digitale. Quaranta contributi che fino al 31 ottobre accompagneranno con proposte e idee sui temi dell’innovazione il periodo che manca alla fine del mandato.
Oggi è la volta di Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, che mette l’accento sul ruolo fondamentale che l’istruzione ha nella nuova società digitale.
“Stiamo attraversando un periodo di cambiamenti senza precedenti, originati e amplificati dalle nuove tecnologie Ict. Nuovi paradigmi come cloud computing e big data alterano profondamente il modo in cui viviamo a lavoriamo”, scrive la Bokova. “Ma dobbiamo essere noi a guidare la tecnologia nella direzione che vogliamo, non l’opposto, ed è su questo che lavoriamo all’Unesco, affinché il cambiamento tecnologico sia strumento di giustizia sociale. E questo processo inizia con l’istruzione”.
“La vera domanda non è quello che la tecnologia può fare per migliorare l’istruzione, ma come l’istruzione deve cambiare per allinearsi alle necessità di oggi” (…). “Occorrono nuovi approcci nel progettare i sistemi scolastici, in modo da sfruttare le tecnologie digitali a beneficio di tutti. L’istruzione deve abbracciare il cambiamento in modo da incanalarlo nelle giuste direzioni”.
“La banda larga universale è il megatrend dell’apprendimento digitale, ma anche un modo per accompagnare la trasformazione dell’istruzione. Questo è uno degli obiettivi della Broadband Commission for Digital Development istituita dall’Unesco e dall‘Itu nel 2010. Ora dobbiamo assicurarci che tutti i cittadini indifferentemente beneficino dell’opportunità di ottenere un’istruzione. La tecnologia deve fornire uno strumento a tutti, non solo ad alcuni”.
“Nel promuovere la banda larga universale e accessibile dobbiamo perciò non solo connettere tutte le scuole ma le scuole con le case, perché anche la vita di tutti i giorni sia occasione di apprendimento. Dobbiamo riprogettare le scuole per facilitare il digital learning”. (…)
“Il punto fondamentale è investire non solo nella tecnologia, ma piuttosto in un ecosistema. Il supporto all’infrastruttura deve essere accompagnato dal supporto a applicazioni e servizi, da investimenti in contenuti rilevanti, nelle lingue locali, che tengano conto delle tradizioni dei diversi Paesi”.
“I device mobili aprono vasti orizzonti al digital learning ma richiedono nuovi approcci per gli insegnanti che devono diventare facilitatori di un tipo di apprendimento più collaborativo e basato su progetti e che devono rendere l’insegnamento più rilevante rispetto alle necessità personali e al mercato del lavoro. Le nuove tecnologie non possono essere semplicemente infilate nei sistemi preesistenti, devono essere integrate come parte di un approccio complessivo che include linee guida per gli insegnanti per sviluppare le competenze digitali. Per questo la Unesco Policy Guidelines for Mobile Learning raccomanda ai governi di affinare le loro politiche per la formazione del personale docente e di sviluppare strategie per fornire uguale accesso a tutti al sistema scolastico”. (…)
“Le odierne società della conoscenza richiedono personale talentuoso, competente e competitivo. E ciò richiede a sua volta sistemi scolastici flessibili, con capacità di adattarsi per rispondere alle nuove aspettative e promuovere un insegnamento che abbia rilevanza, sia accessibile e innovativo. Il mondo sta cambiando – anche l’istruzione deve cambiare”.