Boldrini: “Donne di potere, fuga di massa dai social media”

Convenzione di Istanbul, la presidente della Camera: “Sul web troppi attacchi violenti e di natura sessuale. Così scompaiono da Internet autorevoli voci femminili”

Pubblicato il 19 Set 2014

L.M.

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Gli “attacchi spesso violenti e di natura sessuale diretti alle donne che ricoprono posizioni di vertice si verificano in maniera massiccia e con ferocia anche sul web, da dove fuggono ormai molte voci femminili autorevoli un tempo attive sui social media”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione della conferenza internazionale per l’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul, contro la violenza sulle donne. Un tema, quello di Internet e del suo (corretto) utilizzo, sul quale è tornata più volte l’esponente politica nel corso del suo mandato.

Parlando in generale della violenza contro le donne, Boldrini ha detto che “le radici di questo orrendo fenomeno sono profonde ed è da lì che deve partire la lotta per sconfiggerlo. Risiedono infatti – ha proseguito – nella percezione diffusa che si ha delle donne e dei loro corpi, spesso utilizzati dai mezzi di comunicazione, come meri oggetti per promuovere la vendita di prodotti”. E, a parere della presidente della Camera queste radici “riemergono” “negli attacchi alle donne di potere, soprattutto sul web, causandone una fuga in massa da Internet”.

Più volte in passato Boldrini si è occupata di Internet, sollecitando soprattutto l’introduzione di regole per evitare appunto violenze, abusi e ingiustizie, fino a lanciare l’idea di varare una Costituzione del Web per tutelare i diritti nell’era delle nuove tecnologie.

A giugno scorso aprendo a Montecitorio i lavori del convegno “Verso una costituzione per internet?”, la presidente aveva detto: “Sul web l’assenza di regole non è affatto garanzia di libertà, ma spesso affermazione di prepotenza, legge del più forte”.

A marzo scorso, inviando un messaggio al convegno “’Internet e libertà d’espressione, c’è bisogno di nuove leggi?”, aveva sottolineato: “Internet è un’occasione di conoscenza, ma anche il luogo in cui i diritti si scontrano con grandi poteri, economici e politici. La violenza e l’odio sono presenti anche offline, ma non si deve rimanere mani in mano quando si usa la rete per offendere la dignità delle persone”. Un invito, dunque, a regolamentare la Rete.

Un analogo concetto era stato espresso a febbraio in un articolo a sua firma sul Corriere della Sera. “La Rete – scriveva – ha uno straordinario valore di emancipazione, di crescita culturale, di comunicazione. E so bene che l’anonimato sul web rappresenta, nei Paesi schiacciati da regimi dittatoriali, un riparo prezioso per coloro che si battono in difesa dei diritti umani. Ma chiedere un uso responsabile della Rete, rispettoso anche dei giovani e dei giovanissimi che la frequentano non ha nulla a che vedere con la voglia di bavaglio, che mi troverà sempre contraria. Significa invece sentire la richiesta d’aiuto che viene dai nostri ragazzi, senza voltar loro le spalle”.

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