FISCO

Booking, pace con l’Agenzia delle entrate: pagherà 94 milioni

L’accordo che chiude il contenzioso tributario per evasione dell’Iva riguarda il periodo 2013-2021. Il colosso delle online travel agencies: “Lieti di esser giunti a questa risoluzione. Ora continueremo a concentrare i nostri sforzi per offrire servizi di massima qualità ai nostri clienti e partner in Italia”

Pubblicato il 13 Nov 2023

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Accordo raggiunto fra Booking.com e il fisco italiano: il contenzioso tributario sulla mancata presentazione delle dichiarazioni ai fini Iva dal 2013 al 2021 si chiude con la corresponsione da parte del sito di prenotazioni online di 94 milioni di euro all’erario.
“Riteniamo di essere in regola con le vigenti leggi italiane sull’Iva e possiamo confermare di aver aderito ad un accordo di reciproca soddisfazione con l’Agenzia delle Entrate per il periodo 2013-2021”: questo il commento della società nella nota emessa a seguito dell’intesa.

Reverse change anche nei confronti degli inserzionisti senza partita Iva

L’evasione era stata scoperta dalla guardia di finanza di Chiavari coordinata dalla procura di Genova. Dall’inchiesta era emerso che Booking.com fatturava le prestazioni di intermediazione online rese in favore di tutti gli albergatori/affittacamere “inserzionisti” senza percepire la relativa Iva ed applicando per tutti i clienti italiani il cosiddetto meccanismo del reverse-charge, secondo cui l’Iva su ciascuna prestazione è dovuta non dal fornitore, ma dal committente (in questo caso dall’albergatore o “affittacamere”) solo se titolare della relativa partita Iva.
Le fiamme gialle hanno accertato che Booking applicava il regime di reverse change anche nei confronti degli inserzionisti senza partita Iva: nei loro confronti, Booking ometteva di emettere fatture con imposta sul valore aggiunto italiana e di presentare quanto alle annualità dal 2013 al 2021 la dichiarazione annuale a fini Iva.

Adeguamento alle impostazioni fiscali italiane

L’indagine della Procura di Genova si è sviluppata anche grazie alla documentazione fornita dall’autorità giudiziaria olandese, dopo una riunione di coordinamento a ottobre 2022 nella sede di Eurojust. Booking sul piano tributario per l’anno 2022, conformemente a quanto richiesto dall’Agenzia, ha presentato la dichiarazione a fini Iva in Italia, per un’imposta pari ad oltre 19 milioni di euro. Ha inoltre adottato un modello organizzativo conforme all’impostazione del fisco italiano, in ragione del quale se il cliente albergatore non fornisce partita Iva o se fornisce alla società un numero di partita Iva non valido per l’Ue, Booking applicherà l’Iva al 22% sulla fattura e provvederà a compilare la dichiarazione e al relativo pagamento dell’imposta in Italia su tutte le transazioni con privati non titolari di partita Iva.

“In Booking.com ci impegniamo a operare nel rispetto delle leggi in tutti i Paesi in cui siamo presenti – ribadisce la società -. Ciò include la nostra diligenza nel pagamento di tutte le tasse applicate alle nostre attività. Oggi come in passato”. “Siamo quindi lieti di esser giunti a questa risoluzione e di poter continuare a concentrare tutti i nostri sforzi e la nostra attenzione per offrire servizi di massima qualità ai nostri clienti e partner in Italia”, conclude la società.

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