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Bouygues sbarra la strada ad Altice: il cda dice no a 10 miliardi

Il presidente del gruppo francese: “Un’azienda non è una merce come un’altra, ci sono cose che non si vendono. Offerta respinta all’unanimità”. A motivare il “no” il fatto che il board ritenga l’azienda “ben posizionata per approfittare della crescita”

Pubblicato il 24 Giu 2015

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Ritorna al mittente l’offerta da 10 miliardi di euro avanzata da Altice per la divisione di telefonia mobile di Bouygues Telecom. A prendere la decisione di respingere la proposta del gruppo del magnate Patrick Drahi è stato il Cda di Bouygues. Salta così la strategia di Altice di creare attraverso la controllata Numericable-SFR il primo operatore di telecomunicazioni integrato in Francia, mentre vede riconosciuta la propria linea Emmanuel Macron, ministro dell’economia francese, che si era già espresso pubblicamente contro l’operazione.

Così se da una parte Altice non è riuscita a essere pienamente convincente con la propria offerta, dall’altra Bouygues ha dato agli addetti ai lavori d’oltralpe l’impressione di essersi piegata alla “ragion di Stato”, adeguandosi alla posizione del ministro dell’Economia, che aveva sottolineato come “le conseguenze del consolidamento sono negative su questi aspetti, come diversi casi recenti in Europa hanno dimostrato. Il tempo non è giusto per fusioni opportunistiche che potrebbero beneficiare alcuni, ma non sono di interesse pubblico”.

Ma Martin Bouygues (nella foto), presidente di Bouygues Telecom, nello spiegare i motivi alla base del rifiuto, “Non ci sono state pressioni politiche – ha detto – Mi hanno lasciato prendere le scelte che dovevo fare”, confermando al tempo stesso di essere stato ricevuto ieri dal presidente della Repubblica francese, Francois Hollande. Sul versante finanziario, “Non vedo come Drahi possa organizzare un finanziamento serio e allo stesso tempo garantire tutti i rimedi – ha detto Bouygues – La questione del finanziamento non è stata risolta del tutto”. “Penso che un’azienda non sia una merce come un’altra. Ci sono cose che non si vendono – ha detto Bouygues in un’intervista a Rtl – Il cda di Bouygues ha respinto ieri l’offerta di Altice all’unanimità, malgrado fosse molto più generosa delle altre proposte arrivate in precedenza per Bouygues Telecom“.

L’offerta di Altice metteva in campo risorse per una valutazione di Buygues più alta, quasi il doppio, rispetto alle valutazioni degli analisti, e per questo i mercati avevano scommesso sul via libera al takeover, e i titoli tlc avevano vissuto in Francia una fase di crescita intensa negli ultimi giorni puntando sul consolidamento del mercato locale. Bouygues ha però precisato che il suo consiglio di amministrazione ha deciso all’unanimità di non dare seguito alla proposta di Altice in quanto convinto che il mercato delle telecomunicazioni si trovi all’inizio di una nuova era di crescita grazie allo “sviluppo esponenziale dei servizi digitali”.

Inoltre, il cda ritiene che Bouygues Telecom sia “particolarmente ben posizionata per approfittare della crescita prevista” grazie al vantaggio competitivo garantito dal portafoglio frequenze e dalla sua rete 4G. Inoltre l’operatore di telefonia mobile si sta espandendo nel mercato della rete fissa, sta beneficiando del lancio di successo di un nuovo decoder e sta iniziando ad avere una struttura dei costi “altamente competitiva” in virtu’ del processo di trasformazione in fase di accelerazione.

Bouygues, secondo cui la controllata può raggiungere entro il 2017 e superare negli anni successivi un margine Ebitda di almeno il 25%,ha inoltre fatto presente i timori del Cda per i “notevoli rischi di esecuzione” derivanti dall’operazione, soprattutto sul fronte antitrust. A tal proposito il Cda ha accusato Altice di non aver “fornito risposte pienamente soddisfacenti” sul fronte delle normative sulla concorrenza e il mercato. Inoltre per Bouygues la proposta di Drahi non tiene conto dell’imminente asta per le frequenze sulla banda a 700 Mhz e delle relative conseguenze sulle eventuali trattative. Infine sono state espresse preoccupazioni anche per le conseguenze del consolidamento sui lavoratori ed è stata rinnovata la fiducia nel management di Bouygues Telecom.

D’altro canto le autorità transalpine e diversi esponenti del governo si sono detti sempre contrari ad una riduzione da 4 a 3 del numero degli operatori di telefonia mobile a causa dei timori per il venire meno della concorrenza, mentre i dirigenti del settore sono invece favorevoli al processo di consolidamento perché allevierebbe quella guerra dei prezzi che sta danneggiando redditività e investimenti. Per superare eventuali ostacoli antitrust, Drahi ha cercato una sponda perfino in Iliad, società proprietaria dell’operatore di telefonica mobile Free, colpevole della guerra dei prezzi in atto nella telefonia mobile francese che ha spinto diverse aziende a definire il mercato come troppo competitivo. Iliad era infatti disposta ad acquisire parte della rete di trasmissione di Bouygues Telecom da dismettere nel caso di esito positivo della proposta di Numericable-Sfr.

Al contempo il magnate franco-israeliano ha cercato, evidentemente invano, di convincere anche il governo della bontà della sua iniziativa in un incontro con Macron. Il magnate ha ribadito le promesse sul mantenimento di posti di lavoro e livelli di investimenti stabili ma evidentemente la sua proposta non si è rivelata abbastanza attraente e rassicurante per il consiglio di amministrazione di Bouygues.

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