STRATEGIE

Broadcom si prende CA Technologies per 18,9 miliardi. Ma il mercato boccia l’operazione

Il titolo crolla in Borsa e arriva a perdere fino alla soglia del 20%. In dubbio la strategia: quali sinergie con un’azienda software legacy a crescita piatta? Ma c’è chi pensa che la diversificazione pagherà: il business dei semiconduttori è sempre più competitivo e “regolato”

Pubblicato il 12 Lug 2018

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Wall Street boccia la strategia di Broadcom e il titolo crolla del 16%. Il gruppo americano dei chip ha annunciato l’acquisizione di CA Technologies per 18,9 miliardi di dollari, un’operazione che per molti investitori contraddice la linea seguita finora dal top management, focalizzato sull’hardware, e che investe, con un deal in contanti, in un’azienda del software legacy (CA vende software per i computer mainframe) che presenta ritmi di crescita lenti se non piatti. Il titolo Broadcom ha lasciato oggi sul tappeto 17 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Non vediamo quali sinergie possano crearsi tra il business dei semiconduttori di Broadcom e il business del software di CA”, ha scritto l’analista Chris Caso di Raymond James. “E’ un deal completamente slegato dall’attività core di Broadcom e genera perplessità sulla strategia dell’azienda”.

Per l’analista Romit Shah di Nomura Instinet l’acquisizione di CA Technologies sembra segnalare un cambiamento nella strategia di Broadcom, tradizionalmente focalizzata sui semiconduttori, ma getta dubbi sull’affidabilità e credibilità del top management. “L’accordo va contro le strategie di investimento finora seguite dal management, che aveva sottolineato che Broadcom mira a dare valore agli azionisti attraverso la crescita organica, il ritorno di capitale e acquisizioni in business simili”.

Mizuho Securities ha indicato che i suoi clienti temono che Broadcom non riesca a competere con successo nell’attività software, come ha spiegato l’analista Vijay Rakesh. “Ci preoccupiamo che Broadcom ripeta gli errori di Intel con McAfee e Windriver”.

Non tutti gli analisti hanno però criticato l’operazione di Broadcom. Il colosso dei chip, che si è visto bloccare dall’amministrazione di Donald Trump il tentativo di acquisire la rivale Qualcomm (un mega-merger da 117 miliardi di dollari), non ha altra scelta che rivolgersi a target più piccoli e di settori diversi che sono meno soggetti ad attento scrutinio del regolatore: non è detto che comprare CA non si trasformi in un inatteso colpo magistrale del Ceo di Broadcom Hock Tan, come ha fatto notare l’analista di Susquehanna Christopher Rollan.

E anche se il business dei mainframe è sempre più in crisi con la diffusione delle soluzioni cloud e CA non abbia niente a che vedere con l’attività nei semiconduttori, l’acquisizione è in linea con la predilezione di Hock Tan per aziende con una leadership di mercato ma business in calo, osservano gli analisti di Jefferies: “Broadcom ha sempre dimostrato di sapere ridurre i costi delle società acquisite e estrarre valore dai deal”. Per Morgan Stanley, inoltre, la scelta di entrare nel software non è affatto errata per Broadcom, perché diversifica l’attività mentre l’industria dei semiconduttori diventa sempre più competitiva. La nuova entità che si forma trarrebbe il 71% delle revenues dai chip e il 28% dal software.

“Pensiamo che molti investitori oggi non apprezzeranno la decisione del management, ma potrebber aver senso per Broadcom fare questo investimento”, ha scritto l’analista di Ubs, Timothy Arcuri.

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