L'OPERAZIONE

Broadcom-Vmware, la Ue dà il via libera al deal da 61 miliardi

Approvata l’acquisizione vincolata a una serie di impegni a garanzia della massima interoperabilità dei sistemi e della messa a disposizione dei codici sorgente delle soluzioni per consentire la concorrenza dei competitor

Pubblicato il 12 Lug 2023

merger, digital

Semaforo verde della Commissione Ue – ai sensi del regolamento sulle fusioni­-  alla proposta di acquisizione di VMware da parte di Broadcom. L’approvazione è subordinata al pieno rispetto degli impegni presi da Broadcom. Il deal vale 61 miliardi di euro. 

L’indagine della Commissione Ue

L’indagine di mercato della Commissione aveva rilevato che, acquisendo VMware, Broadcom avrebbe potuto restringere la concorrenza nei mercati della fornitura di certi tipi di hardware (Nic, FC Hba) e adattatori di memoria. L’indagine ha confermato che l’operazione, come inizialmente notificata, pregiudicherebbe la concorrenza nel mercato mondiale della fornitura di FC Hba, ma, allo stesso tempo, ha escluso possibili problemi di concorrenza relativi al mercato della fornitura di Nic e adattatori di archiviazione, al mercato dello sviluppo di SmartNic e al raggruppamento del software di virtualizzazione di Broadcom con quello di VMware.

Ecco i dettagli dell’analisi

In particolare, secondo l’analisi, Broadcom avrebbe avuto la capacità e l’incentivo a precludere Marvell, l’unico rivale sul mercato per la fornitura di FC Hba, limitando o degradando l’interoperabilità tra il software di virtualizzazione dei server di VMware e l’hardware di Marvell. Ciò ostacolerebbe la capacità di Marvell di competere in un mercato in cui Broadcom è dominante, o almeno detiene una posizione molto forte, portando in ultima analisi a prezzi più elevati, qualità inferiore e minore innovazione per i clienti aziendali.

Allo stesso tempo Broadcom non detiene una posizione di forza nel mercato degli adattatori di memoria e dei Nic e continuerà ad affrontare la concorrenza di numerosi fornitori concorrenti. Broadcom inoltre non avrebbe alcun incentivo economico a ostacolare lo sviluppo di SmartNic da parte di altri fornitori diminuendo il coinvolgimento di VMware nel Progetto Monterey, una cooperazione in corso con altri tre venditori di SmartNic (Nvidia, Intel e Amd Pensando), in quanto tale preclusione non sarebbe redditizia. Ancora, Broadcom non sarebbe in grado di raggruppare il software di virtualizzazione di VMware con il proprio software (vale a dire mainframe e software di sicurezza) poiché tali prodotti vengono acquistati da diverse divisioni di un’organizzazione cliente e/o in momenti diversi.

I rimedi proposti

Per affrontare i problemi di concorrenza Broadcom ha offerto una serie di impegni completi di accesso e interoperabilità a Marvell e a qualsiasi potenziale futuro concorrente. In particolare, accesso garantito alle interfacce di programmazione delle applicazioni di interoperabilità nonché ai materiali, agli strumenti e al supporto tecnico necessari per lo sviluppo e la certificazione di FC Hba di terze parti. Si è inoltre impegnata a garantire la loro interoperabilità con il software di virtualizzazione dei server di VMware e l’accesso di terzi a queste informazioni contemporaneamente a Broadcom. Per finire, accesso garantito al codice sorgente per tutti i driver Hba FC attuali e futuri di Broadcom tramite una licenza open source irrevocabile. Ciò consentirebbe a Marvell e a qualsiasi potenziale concorrente di garantire l’interoperabilità con il software di virtualizzazione dei server di VMware e consentire loro di riutilizzare e modificare i driver di Broadcom per il proprio utilizzo.

Gli impegni di Broadcom

L’azienda si è impegnata a implementare una separazione organizzativa tra il team che lavora sugli Hba FC di Broadcom e il team responsabile della certificazione di terze parti e del supporto tecnico. Si è inoltre impegnata a garantire la protezione delle informazioni riservate di Marvell e di qualsiasi potenziale concorrente ottenute nel contesto dei processi di interoperabilità e certificazione.

La Commissione, si legge in una nota, “ha esaminato attentamente l’efficacia delle misure correttive, raccogliendo le opinioni di Marvell e dei produttori di server, che sono i principali clienti diretti di FC Hba”. Alla luce del riscontro positivo da parte degli operatori di mercato, la Commissione ha concluso “che l’acquisizione proposta – si legge acora nella nota -, modificata dagli impegni, non solleverebbe più problemi di concorrenza e manterrebbe la concorrenza sul mercato degli FC Hba”.

Gli impegni resteranno in vigore per dieci anni. Sotto la supervisione della Commissione, un fiduciario indipendente sarà incaricato di controllarne il rispetto mentre un meccanismo di risoluzione rapida delle controversie garantirà ulteriormente l’effettiva attuazione degli impegni.

Vestager: “Impegni presi rispettano competizione”

“Broadcom detiene una posizione molto forte nel mercato della fornitura di alcuni componenti hardware – spiega Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica della concorrenza -. VMware è un fornitore chiave di software per la virtualizzazione dei server. Con l’acquisizione di VMware, Broadcom potrebbe limitare o degradare l’interoperabilità tra il principale software di virtualizzazione dei server di VMware e alcuni componenti hardware concorrenti. Ma gli impegni offerti da Broadcom consentiranno alla sua unica rivale Marvell di continuare a competere su un piano di parità e garantire una protezione simile per eventuali futuri entranti”.

Ok anche dall’Antitrust britannico

Il regolatore britannico della concorrenza, la Cma, ha dato il via libera “provvisorio” all’acquisizione da 61 miliardi di dollari della società statunitense di software e calcolo remoto Vmware da parte del produttore di semiconduttori Broadcom. La Cma finora non ha rilevato che questa mega-fusione “indebolirebbe la concorrenza nella fornitura di prodotti informatici di fondamentale importanza”, ha affermato l’autorità in una nota. Il regolatore aveva aperto a fine marzo un’indagine approfondita sull’operazione, che era stata annunciata a maggio 2022. All’origine dell’indagine, la Cma temeva che la fusione “avrebbe consentito a Broadcom di impedire ai concorrenti di produrre componenti compatibili con Vmware” o di ottenere informazioni commercialmente sensibili.

“Le conclusioni pubblicate sono temporanee” e si basano sulle conclusioni di un gruppo di esperti della Cma, indica il regolatore che raccoglierà altri pareri prima di emettere una decisione definitiva il 12 settembre.

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