IL PIANO

Industria 4.0, Calenda: “Camusso protesta, ma non si è presentata ai tavoli”

Il ministro per lo Sviluppo economico: “Il sindacato non ha partecipato alle commissioni guidate da Epifani, riservandosi di criticare ex post”. E riguardo ai vantaggi del piano: “Prevista una riduzione del problema economia di scala: benefici per le Pmi”

Pubblicato il 17 Ott 2016

Non solo sgravi fiscali per chi investe ma anche maggiori garanzie per ottenere i finanziamenti necessari a investire: così Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico, ha voluto sottolineare come nella legge di bilancio si crei un nesso incentivante preciso a favore delle piccole e medie imprese tra l’incentivo fiscale e il sostegno al credito: “Il programma di Industria 4.0 non ha precedenti per dimensioni e qualità”, ha sottolineato Calenda intervendo in videoconferenza da Roma al convegno su “Milano motore dell’Italia” in Assolombarda. “Nel 2017, con avvio immediato dal primo gennaio, stiamo parlando di 13 miliardi per il primo anno e di oltre 20 nel triennio”, ha ricordato.

La manovra prevede prima di tutto misure di sostegno alla competitività e di stimolo agli investimenti secondo la strategia “Industria 4.0” con un effetto di mobilitazione di risorse di 20 miliardi. Tra gli strumenti, la proroga del super-ammortamento del 140% sull’acquisto di beni strumentali e l’iperammortamento, ovvero una maggiorazione dell’ammortamento al 250% sull’acquisto di beni strumentali e immateriali (software) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa. E ancora, 1 miliardo al Fondo di Garanzia per le Pmi che significa fino a 25 miliardi di credito per le piccole e medie imprese e la proroga della cosiddetta “Nuova Sabatini”, nonché misure di sostegno alle startup innovative. Infine è previsto un rafforzamento della detassazione dei premi di produttivita’.

“L’industria 4.0 aumenta l’efficienza del sistema produttivo avvantaggiando molto le Pmi perché riduce il problema dell’economia di scala, coprendo quindi uno dei gap che affliggono il nostro sistema produttivo. Quanto all’effetto sull’occupazione, non voglio nascondere i problemi che ci sono e semplificare le soluzioni, sappiamo che negli Usa 5 posti su 6 che si perdono, si perdono a causa dell’innovazione, ma è un problema di riqualificazione delle attività, nelle imprese il mix di lavoro si sposta dalla produzione ai servizi, più design e meno catena di montaggio, d’altronde sarebbe impensabile tornare al modello della catena di montaggio fordista”.

Il ministro ha poi puntato il dito contro la segretaria della Cgil Susanna Camusso accusata di mostrare “un disprezzo antropologico verso l’imprenditore, come se non fosse un pezzo di società che crea crescita”. “Teorizzando che gli imprenditori avrebbero utilizzato gli incentivi per l’innovazione allo scopo di pagarsi consumi privati – ha detto intervenendo a Mix 24 di Giovanni Minoli, su Radio 24, la Camusso ha dimostrato un disprezzo verso la categoria degli imprenditori che riecheggiava altri tempi, tempi che speravamo finiti da un pezzo”. “Oltretutto il piano di Industria 4.0 nasce dal lavoro di una commissione guidata dal predecessore della Camusso, Guglielmo Epifani, una commissione alla quale la Cisl ad esempio ha portato un grande contributo. Se la Cgil fosse venuta a quel tavolo anziché criticare dopo, sarebbe stato meglio“.

Per Calenda “questo è un modo di vedere l’impresa che noi pensavamo concluso da molti anni che ricorda epoche storiche che francamente non vogliamo rivedere”.

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