LA POLEMICA

Cancellieri: “Braccialetto elettronico costoso ma la Ue ci crede”

La replica del ministro della Giustizia dopo le polemiche sulla fornitura del dispositivo di controllo: “E’ costoso, ma ora serve verificarne l’utilità: se decidiamo di non adottarlo qualcuno dovrà assumersene la responsabilità”

Pubblicato il 18 Dic 2013

L.M.

anna-maria-cancellieri-130129161450

Il braccialetto elettronico “è sempre stato in uso”, in Inghilterra “se ne fa un utilizzo incredibile”, da noi è in vigore a Campobasso ma “lo Stato spende una cifra considerevole” e, se questo strumento non sarà necessario, “bisognerà dire con forza” che non va. Lo ha detto oggi il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri a Radio24, dopo le polemiche suscitate dal servizio andato in onda ieri sera su Report (Rai3) che tornava sulla questione, già da tempo dibattuta, del braccialetto elettronico fornito al ministero dell’Interno da Telecom Italia attraverso un contratto che è stato rinnovato.

“È sempre stato in uso, non è che non esisteva” sono state le parole della Cancellieri. “Si è cercato di dare la possibilità di utilizzarlo di più. Non so perché in Italia c’è sempre stata diffidenza verso questa scelta, in Inghilterra se ne fa un uso incredibile, dà sicurezza alle forze dell’ordine, così in Francia e Spagna. Da noi viene usato molto a Campobasso dove c’è un magistrato che ci crede”.

Di fronte alla denuncia del vicecapo della Polizia Cirillo, che sul braccialetto disse “costava meno se lo compravamo da Bulgari”, Cancellieri ha risposto: “Ha ragione perché lo Stato spende una cifra considerevole, la piattaforma dei costi che è sempre in uso è notevole. Allora dobbiamo decidere una volta per tutte se usarlo o no. Non lo dico io, ma Strasburgo ci chiede di usare strumenti elettronici di controllo. Proviamoci, e se non saranno necessari bisognerà dire con forza che non vanno ma qualcuno dovrà assumersi questa responsabilità”.

A febbraio scorso dell’ex guardasigilli Nitto Palma (Pdl) aveva presentato un’interrogazione in materia. Poi a luglio è stato il M5S a chiamare in causa il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, denunciando le “spese folli per i braccialetti elettronici targati Telecom” e i “possibili conflitti di interesse” della Cancellieri. I pentastellati sottolineavano che “il responsabile Administration Finance and Control della Telecom è Piergiorgio Peluso, che, con uno stipendio annuo lordo di circa 600mila euro, risulta essere figlio di Anna Maria Cancellieri”.

Nella convenzione da 100 milioni di euro stipulata tra ministero dell’Interno e Telecom Italia, 9 milioni riguardano i braccialetti elettronici.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 4