ECONOMIA DIGITALE

Candiani: “Intelligenza artificiale vale per l’Italia un punto di pil”

L’Ad di Microsoft Italia: “L’80% degli Ad crede che l’AI sia una priorità . Dall’altro lato però solo il 15% si è davvero attivato contro il 32% della media Ue”. Il principale ostacolo restano le competenze: con Ambizione Italia parte l’“ecosistema” della formazione

Pubblicato il 05 Ott 2018

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Bisogna fare concrete per risolvere i problemi del Paese. E per questo abbiamo deciso di passare concretamente all’azione”. Silvia Candiani, Ad di Microsoft Italia dal palco dell’EY Digital Summit di Capri accende i riflettori sul tema delle competenze e sulle iniziative che l’azienda sta portando avanti nel nostro Paese.

“Ci siamo dati l’obiettivo di coinvolgere 2 milioni di persone formarne 500mila e certificarne 50mila di qui al 2020”, ha detto Candiani puntualizzando che è stato creato un primo gruppo partner che vede in campo Linkedin, Adecco, Cariplo Factory – per citarne alcuni – “aperto a chi chi vuole contribuire”. “Vogliamo creare un employability index basato sull’AI. Il progetto è portato avanti con Linkedin e Adecco. La piattaforma incrocia i dati con Linkedin e Adecco per dare un punteggio sull’indice di occupabilità. Se il livello è basso mettiamo a disposizione una piattaforma di e-learning. E ci sono anche attività di formazione del personale offline”. Tutte queste iniziative fanno capo a “Ambizione Italia” il progetto lanciato la scorsa settimana per creare un ecosistema delle competenze. “Bisogna lavorare su un programma di etica digitale, e anche il governo sta lavorando su questo. E poi bisogna aiutare le aziende a partire con i loro progetti di AI”. Tre secondo Candiani le leve su cui fare forza: Educazione, “bisogna collaborare con la scuola”, Competenze IT, “bisogna accelerare su profili specifici, dai data analyst ai cybersecurity expert”, Occupabilità, “c’è necessità di far sì che le persone restino impiegabili e continuino a investire sulle proprie competenze”. “Tutti abbiamo necessità di imparare in particolare coloro operativi in aree di focalizzazione con indice di occupabilità basso”.

L’Intelligenza artificiale rappresenterà un’opportunità enorme per il nostro Paese: “Si stima che l’impatto dell’AI può valere per l’Italia un punto di pil. L’Ai può avere impatto su tutte le industrie e sono diverse le sperimentazioni in corso”. La Coop ad esempio ha lanciato l’agent virtuale Shoppy per fare la lista della spesa intelligente. E un domani sarà in connessione col frigo. Ma ci sono anche pilota nella sanità predittiva e nell’agricoltura, come l’app blockchain per certificare la provenienza reale delle arance rosse.

Uno studio realizzato da Microsoft ed EY risulta inoltre che “l’80% degli Ad in Italia crede che l’AI sia una priorità . Dall’altro lato però solo il 15% si è davvero attivato contro il 32% della media Ue”. Il principale ostacolo restano le competenze: “Come indice Desi siamo al 25mo posto su 28 per competitività digitale e per competenze digitali. Ciò non rende merito alle nostre capacità e al nostro posizionamento come Paese”. Ammontano a 135mila – ha detto Candiani dati alla mano – i posti di lavoro Ict che non possono essere coperti “e le aziende si rubano personale”. “Ogni società sta diventando una software company dunque la situazione andrà anche peggiorando. Per questo bisogna agire subito”.

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