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Car sharing, Uber e Lyft “disruptive” per il mercato dell’auto

Se ne è parlato a Toronto alla conferenza “Collision”. Gli utenti iniziano a mettere in discussione l’idea di avere una vettura di proprietà e guardano con attenzione al noleggio e alla condivisione per spendere meno

Pubblicato il 24 Mag 2019

Antonio Dini

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Alla conferenza “Collision” che si sta tenendo in questi giorni a Toronto, in Canada, è di scena il car sharing. E soprattutto la considerazione che app come Uber e Lyft hanno solo cominciato a trasformare il mercato automobilistico, finora basato sull’idea della proprietà di almeno una automobile per nucleo familiare nel mondo sviluppato.

Invece, app come Uber e Lyft, secondo gli analisti del settore, stanno cambiando il modello di proprietà e possesso dell’automobile e lo trasformano in servizi in abbonamento, condivisione, multiproprietà. In una parola: accesso. E, oltre a questo, le auto da prendere al volo per poche ore stanno per diventare uno dei sistemi migliori per testare la sicurezza dei meccanismi di guida autonoma, sempre secondo gli esperti e gli addetti del settore.

“Il nostro telefono sarà la nostra auto», dice Andre Haddad, Ceo di Turo, società di car sharing in modalità peer-to-peer, cioè che permette alle persone di noleggiarsi tra di loro l’automobile.

Secondo Haddad, mentre le vendite di automobili non sono mai state così alte a livello globale, invece le persone si stanno rendendo conto che possedere un veicolo sta diventando sempre più inaccessibile a causa dei pagamenti che bisogna sostenere per mantenere la propria auto: assicurazione, carburante, parcheggi. E poi gli imprevisti.

“Sempre più persone – ha detto Haddad a Reuters – si stanno rendendo conto che possono condividere la propria auto quando non la usano o noleggiarla per recuperare i costi di proprietà”.

Uber, uno dei protagonisti della conferenza, ha annunciato che è diventata la più grande azienda al mondo per il ride-hailing con 91 milioni di utenti in tutto il mondo e una quota di mercato del 65% in Nord America. Sia Uber che Lyft si sono quotati in Borsa quest’anno, ma i titoli attualmente vengono scambiati molto al di sotto dei loro prezzi di offerta iniziale.

Haddad ha detto che la proprietà delle automobili tra i giovani adulti è in forte declino, con sempre meno persone sotto ai 25 anni che acquistano automobili. Allo stesso tempo, secondo Haddad i dati demografici si starebbero però stabilizzando e la domanda di automobili per momenti particolari come viaggi o brevi vacanze nel fine settimana si starebbe assestando.

Scott Hempy, Ceo di Filld, un servizio di consegna di carburante in mobilità, ha affermato che le attuali tendenze come il lavorare da remoto o da casa hanno contribuito a ridurre l’interesse per le automobili, e che la condivisione del viaggio sta cambiando il settore assicurativo: si passa da un modello basato su un costo forfettario proiettato per un lungo periodo di tempo, a una tariffa istantanea centrata sui chilometri effettivamente percorsi in un dato momento.

Zaki Fasihuddin, Ceo di Volvo Cars Technology, si aspetta che le flotte di auto in condivisione tipo Uber, ma anche i normali taxi, siano il banco di prova per l’automazione degli autoveicoli. Fasihuddin spiega infatti che le auto usate per i viaggi in condivisione dovranno essere le prime applicazioni pratiche per veicoli autonomi, e avranno un ruolo fondamentale nel ridurre gli incidenti mortali.

“Bisogna offrire una scelta ai consumatori”, dice Fasihuddin. Che conclude: “La condivisione delle auto per i viaggi è un’opzione praticabile. Oggigiorno la gente lo dà per scontato, e in effetti questa non è più una ipotesi, invece è diventata una modalità di trasporto valida”.

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