TAXI APP

Carl Icahn scommette su Lyft, 100 milioni di dollari per l’anti-Uber

Per la startup di San Francisco si chiude un nuovo round di finanziamenti guidato dall’investitore attivista: “Sul mercato delle taxi-app c’è spazio per due player”

Pubblicato il 18 Mag 2015

Patrizia Licata

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Se Uber vale ormai più di 40 miliardi di dollari, dopo gli ultimi round di finanziamento, anche le sue rivali fanno gola agli investitori. E stavolta sono investitori di peso. Carl Icahn ha messo sul piatto ben 100 milioni di dollaris per la start-up Lyft, società della Silicon Valley che fa concorrenza a Uber nel proporre una app mobile che permette di chiamare un servizio alternativo ai taxi. Si tratta di un investimento che segnala la fiducia di uno dei più influenti finanzieri americani che Lyft possa continuare a crescere e trovare il suo spazio sul mercato dominato da Uber.

Il miliardario attivista ha detto di aver deciso di sostenere lo sviluppo di Lyft perché considera la sua valuazione a 2,5 miliardi di dollari “un ottimo affare” rispetto a Uber. Icahn diventa così uno dei maggiori investitori della start-up di San Francisco, un player relativamente piccolo ma che fa una concorrenza accanita ad Uber a suon di tatiffe super-scontate, incentivi per i conducenti e strumenti hitech.

Lyft ha naturalmente dimensioni ben diverse da quelle di Uber. Opera in 65 città degli Stati Uniti, mentre Uber è presente in 300 città del mondo. Lyft ha 400 dipendenti, meno del 15% dello staff di Uber, e, sottolinea in un commento il Wall Street Journal, deve ancora dimostrare che il nascente settore delle taxi app può sostenere la presenza di un secondo player.

Icahn però non ha dubbi: “C’è posto per due”. E il suo investimento è un piccolo passo per aiutare Lyft a mettere insieme capitali che si possano avvicinare a quelli raccolti da Uber: Lyft, grazie a Icahn, supera la soglia del miliardo di dollari di finanziamenti totali raccolti; Uber ha avuto finora cinque miliardi.

La capacità di entrambe le aziende di produrre entrate sembra dar ragione a Icahn: c’è spazio per crescere per entambe. Uber ha detto che prevede revenues nette (quello che trattiene dopo aver pagato i conducenti) di oltre 2 miliardi di dollari nel 2015, cinque volte di più che nel 2014. Da parte sua Lyft si attende revenues di 800 milioni, secondo Bloomberg News, molto meno che Uber, ma comunque sei volte di più di quanto guadagnava l’anno scorso.

Investire in una giovane start-up con un modello di business in via di consolidamento è una mossa inusuale per Icahn, che tipicamente cerca partecipazioni in grandi aziende quotate in Borsa ed è noto per le sue aggressive campagne presso i top manager per spingerli a introdurre cambiamenti a lui graditi. In Lyft Icahn vede la piccola società con un alto potenziale, anche se i 100 milioni investiti sono una goccia nel suo portafoglio di partecipazioni che vale 32 miliardi di dollari. Le maggiori sono quote multimiliardarie in aziende come Apple, Cvr Energy e eBay.

Secondo indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi dal Wall Street Journal, Uber sarebbe in cerca di ulteriori finanziamenti intorno a 1,5-2 miliardi di dollari, che ne porterebbero la valutazione sopra i 50 miliardi. Lyft ha invece raccolto 530 milioni in un round di finanziamenti a inizio anno guidato dalla società giapponese dell’e-commerce Rakuten. L’investimento di Icahn rappresenta la porzione più consistente di un’estensione da 150 milioni di dollari a questo round, ha reso noto la stessa Lyft (che non ha però rivelato chi ha messo i restanti 50 milioni). Come effetto dell’investimento di Icahn, Jonathan Christodoro, uno dei managing director dell’attivista, entrerà nel consiglio direttivo di Lyft.

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