IL PROVVEDIMENTO

Cashback autostrade, appena partito ed è già caos rimborsi

L’Antitrust sanziona Aspi, costretta ad aggiustare il tiro per pratiche scorrette. L’autorità riconosce la complessità del sistema ma non fa sconti sulle procedure per il calcolo delle tempistiche di viaggio e sulla restituzione dell’importo dei pedaggi. Da fine maggio scatta l’accredito già per 10 minuti di ritardo

Pubblicato il 20 Mag 2022

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Inaugurato da pochi mesi ed è già finito nel mirino dell’Antitrust: per il cashback di Aspi (Autostrade per l’Italia) – ossia il sistema di rimborso del pedaggio autostradale in proporzione ai ritardi causati dalla presenza di cantieri sulle tratte – scatta la prima multa e, soprattutto, la revisione delle modalità di calcolo per il rimborso dei guidatori che dovranno essere applicate già entro fine maggio.

L’autorità presieduta da Roberto Rustichelli ha avviato il procedimento già a luglio di un anno fa “dal momento che la società non aveva adottato alcuna misura che contemplasse una riduzione del pedaggio – o comunque una procedura che prevedesse l’attivazione di meccanismi di riduzione del pedaggio – nei casi di grave disagio alla fruibilità del servizio autostradale, imputabile ad Aspi, e consistente in riduzioni delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni della velocità massima consentita con conseguenti code, rallentamenti e significativo aumento dei tempi di percorrenza”, si legge nella nota che annuncia il provvedimento. “Subito dopo l’avvio del procedimento, la società ha presentato un programma sperimentale di rimborso progressivo del pedaggio, denominato Cashback, che è stato oggetto di analisi, di approfondimenti e di molteplici confronti sia con Aspi sia con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Alla luce delle criticità emerse, il programma di Cashback è stato modificato e perfezionato nell’ottica di realizzare un meccanismo che fosse in grado di compensare proporzionalmente e in modo adeguato i consumatori/utenti per i disagi subiti”, puntualizza l’Autorità.

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Cashback, le novità da fine maggio

Gli utenti potranno ottenere rimborsi dal 25% al 100% del pedaggio a seconda della fascia chilometrica percorsa e del ritardo accumulato a causa dei disservizi generati dai cantieri di lavoro. In particolare, già entro il mese di maggio, sono previsti rimborsi per ritardi a partire da 10 minuti per viaggi fino a 99 km e ad almeno 15 minuti per tutte le altre fasce (fino oltre i 500 km), calcolati prendendo a riferimento la velocità media storica che per i veicoli leggeri è pari a 100 Km/h, mentre per i veicoli pesanti è pari a 70 km/h.

Modificate e perfezionate anche le modalità di erogazione del rimborso, il cui processo è gestito tramite l’applicazione Free To X – scaricabile gratuitamente dagli utenti – e, che in futuro sarà gestibile anche attraverso il sito di Aspi.   L’approvazione e l’erogazione del rimborso avverranno in maniera automatica – anche nell’ipotesi di ritardo minimo – a seconda del metodo di pagamento del pedaggio utilizzato dal cliente (telepedaggio e/o carte oppure contanti).

Sanzione “minima”, ma l’autorità non molla la presa

“L’attuazione di tutte le misure proposte dalla società, giudicate pienamente idonee a superare la pratica ritenuta scorretta con il provvedimento principale di marzo 2021, si concluderà entro la fine del 2022, motivo per il quale l’Autorità ha comunque ritenuto che il comportamento di Aspi vada configurato come una violazione dell’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo”, puntualizza l’Agcm. “Considerato, tuttavia, lo sforzo di Aspi connesso all’introduzione del Cashback nonché la complessità e l’innovatività degli interventi prospettati, in parte già attuati e che costituiscono un’iniziativa senza precedenti nel panorama europeo dei servizi di trasporto su strada, l’Antitrust ha ritenuto di applicare ad Aspi una sanzione di 10.000 euro”.

Le associazioni dei consumatori divise sulle misure

Secondo il Codacons non bastano i rimborsi del pedaggio ma devono essere previsti anche indennizzi in denaro per i disagi subiti lungo la rete. ”Fino ad oggi gli utenti delle autostrade hanno dovuto pagare pedaggi anche in caso di gravi disservizi, come code chilometriche e ritardi causati da cantieri e lavori sulla rete – spiega il presidente Carlo Rienzi. – Il via libera dell’Antitrust al cashback dei pedaggi non risolve il problema e, non elevando alcuna multa milionaria ad Aspi, non riconosce i diritti degli automobilisti per i pesanti danni subiti negli ultimi anni. Crediamo che il rimborso del pedaggio non possa bastare, e sia indispensabile nei casi di gravi ritardi e disagi lungo le autostrade riconoscere anche un indennizzo diretto agli automobilisti, come avviene nel comparto del trasporto aereo quando un volo giunge a destinazione in ritardo”.

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la decisione dell’Antitrust è “un’ottima notizia”. “Si chiude il procedimento di inottemperanza e i consumatori potranno finalmente ottenere i rimborsi per gli innumerevoli disservizi subiti. Si stabilisce definitivamente il sacrosanto principio, da noi sempre sostenuto, che chi viaggia in autostrada, dato che paga un pedaggio, ha diritto di poter andare velocemente e non certo di restare in coda per ore per colpa dei cantieri, Vigileremo sul rispetto di queste regole e sull’effettiva erogazione del rimborso, pronti a segnalare immediatamente la mancata attuazione di tutte le misure previste. Perplessità, invece, per l’importo irrisorio della sanzione”.

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