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TikTok, il Garante Privacy blocca l’app. E interviene anche Pisano

Dopo la morte della bambina di Palermo, l’Autorità vieta al social di usare i “dati di utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”. La ministra dell’Innovazione: “Internet è deve essere uno spazio di libertà. Ma non della libertà di permettere che siano danneggiati soggetti deboli”

Pubblicato il 22 Gen 2021

tiktok

Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica. La decisione a seguito del caso della ragazzina di 10 anni morta a Palermo, dopo aver partecipato al “Black out challenge”, una prova di soffocamento estremo su TikTok. Caso su cui la Procura di Palermo ha aperto due inchieste.

L’Autorità ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda.

Il Garante già a dicembre aveva contestato a Tik Tok una serie di violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy.

“In attesa di ricevere il riscontro richiesto con l’atto di contestazione, l’Autorità ha deciso comunque l’ulteriore intervento odierno al fine di assicurare immediata tutela ai minori iscritti al social network presenti in Italia – spiega una nota –  L’Autorità ha dunque vietato a Tik Tok l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti ‘per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico'”.

Il divieto durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si è riservato ulteriori valutazioni.

Il provvedimento di blocco verrà portato all’attenzione dell’Autorità irlandese, considerato che recentemente Tik Tok ha comunicato di avere fissato il proprio stabilimento principale in Irlanda.

Sul caso interviene anche la ministra dell’Innovazione Paola Pisano. “Lo strumento tecnologico per verificare l’età dei giovani e delle giovani sulle piattaforme di social network esiste e tra i tecnici si chiama “age verification”. Può e deve essere applicato in modo tale da non permettere ad alcun bambino o bambina di poter superare questo limite – spiega la ministra – Il mondo di Internet è deve essere uno spazio di libertà. Ma non della libertà di permettere che siano danneggiati soggetti deboli, quali sono i minori, creando sofferenze e permettendo ingiustizie gravi e in troppo casi irreversibili”.

La reazione del social network

“Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina – commenta in una nota il social – La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini”: così un portavoce di TikTok sul caso a Palermo di una bambina che ha partecipato a una prova estrema sulla piattaforma e per cui è stata dichiarata la morte celebrale”.

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Il commento del Cnu

“Ha suscitato in tutti noi grande dolore la vicenda della piccola Antonella, deceduta a seguito di una sfida estrema su Tik Tok. Una tragedia che ci deve far riflettere su quanto sia urgente e necessario impegnarci sempre di più – anche alla luce del maggiore uso della rete causato dal Covid – affinché i nostri figli possano essere in grado di vivere internet come una opportunità e non come un pericolo – ha detto la Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), Sandra Cioffi – Oltre ad una chiara regolamentazione europea e nazionale – ha aggiunto Cioffi – serve impegnarsi per una sempre maggiore attenzione all’educazione digitale, indirizzata non solo ai minori ma anche alla scuola e alla famiglia. Il Cnu, da poco insediatosi, farà la sua parte, nell’interesse della tutela degli utenti, per cercare anche di sollecitare un impegno comune in modo che la sicurezza nel web sia garantita a tutti, in particolare ai nostri minori affinché casi atroci come quello della piccola Antonella non avvengano mai più.”

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