L'AUDIZIONE

Catania: “Web Tax antistorica, penalizza l’innovazione”

Il presidente di Confindustria Digitale in audizione alle commissioni Industria e Finanze del Senato: “Contrari a un’iniziativa unilaterale. Serve un coordinamento internazionale, e si devono evitare fughe normative in avanti”

Pubblicato il 24 Mag 2017

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“Siamo contrari a misure di legge che cercano di risolvere problemi globali, come quelli relativi alla fiscalità dell’economia digitale, attraverso un’iniziativa nazionale unilaterale. Neanche possiamo condividere l’idea che una riforma della disciplina fiscale passi attraverso l’istaurazione di un regime di tassazione speciale per il settore digitale. Questa impostazione è antistorica e, qualora diventasse norma, rischierebbe di diventare un fattore inibente dell’innovazione digitale che sta trasformando l’intera economia”.

Lo ha detto Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, ascoltato in audizione dalle commissioni Industria e Finanze del Senato in merito al disegno di legge 2526 sulle “Misure in materia fiscale per la concorrenza nell’economia digitale”. “Essendo l’obiettivo quello di ottenere la fine della concorrenza sleale tra giurisdizioni fiscali o settori di attività – prosegue Catania – la soluzione non può che essere ricercata nell’ambito di un coordinamento internazionale delle politiche tributarie e regolamentari”.

Una soluzione condivisa a livello internazionale, si legge in una nota di Confindustria Digitale, si sta già profilando. A giugno 2017 verrà firmato il cosiddetto “Multilateral Instrument” che fornirà ai Governi uno strumento per aggiornare sistematicamente le principali convenzioni bilaterali sottoscritte per evitare fenomeni di doppia imposizione. Allo stesso tempo nel recente G7 di Bari, i ministri delle Finanze hanno concordato di prevedere, in ambito Ocse, una misura concreta sulla fiscalità digitale già nella prima parte del 2018. “Se il concetto di ‘stabile organizzazione occulta’ su cui si impernia il disegno di legge entrasse nel nostro ordinamento – prosegue Catania – si rischierebbe di avere effetti negativi sulle aziende italiane che operano digitalmente sui mercati internazionali. Infatti nel caso in cui una norma similare venisse implementata in altri Paesi, il rischio di doppia tassazione per il contribuente italiano sarebbe inevitabile”.

“In linea con le strategie internazionali che impegnano anche il nostro Governo – ha concluso Catania – riteniamo importante evitare ogni fuga normativa in avanti, concentrando ogni sforzo sulla ricerca di regole chiare e condivise. La soluzione richiede necessariamente l’analisi dei modelli organizzativi e funzionali con cui un gruppo multinazionale opera all’interno del mercato globale, nonché un’approfondita conoscenza della catena del valore generato da questi modelli di business e dei relativi rischi sostenuti. In tale contesto – conclude – Confindustria digitale intende dare il suo contributo, offrendo la sua competenza e conoscenza specifica del settore e dei suoi peculiari modelli di business per trovare soluzioni ispirate a criteri di equità della tassazione, che possano determinare un effetto propulsivo nella nostra economia”.

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