LE REGOLE

Chip, “sharing” degli extraprofitti per le aziende Usa che riceveranno fondi pubblici

La Casa Bianca chiederà alle imprese che beneficeranno dei sussidi previsti dal Chips Act di condividere una parte delle “eccedenze” degli utili. La segretaria al Commercio, Gina Raimondo: “Non firmiamo assegni in bianco a nessuno”

Pubblicato il 01 Mar 2023

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L’amministrazione Biden richiederà alle aziende che ottengono fondi dal Chips Act, il piano da 52 miliardi destinato alla produzione e alla ricerca sui semiconduttori, di condividere gli extraprofitti  in un piano di assistenza all’infanzia.

Le linee guida del Dipartimento del Commercio

Il Dipartimento del Commercio ha pubblicato le linee guida che orienteranno la selezione delle domande di sussidio da parte dei chipmaker, a partire dalla fine di giugno. Sul piatto ci sono 39 miliardi di dollari. a cui va aggiunto un credito d’imposta sugli investimenti del 25% per la costruzione di impianti di chip, stimato in 24 miliardi di dollari.

Obiettivo della legge è riportare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti e tenere il passo con la Cina nei mercati globali.

Le aziende che riceveranno più di 150 milioni di finanziamenti diretti “saranno tenute a condividere con il governo degli Stati Uniti una parte di eventuali flussi di cassa o rendimenti che superano le proiezioni del richiedente di una soglia concordata”, ha spiegato il Dipartimento.

Alle società che ottengono finanziamenti sarà inoltre vietato utilizzare i fondi per distribuire dividendi o per riacquisti di azioni proprie e dovranno comunque fornire dettagli su eventuali piani di riacquisto delle proprie azioni nell’arco di cinque anni. Il Dipartimento prenderà in considerazione “gli impegni del richiedente ad astenersi dal riacquisto di azioni”.

Democratici e Repubblicani spaccati

Il Partito democratico ha apprezzato la scelta della Casa Bianca. Il senatore democratico Jack Reed ha elogiato il piano di partecipazione agli utili, evidenziando che il finanziamento dei chip “non è una distribuzione gratuita per le aziende tecnologiche multimiliardarie. Non c’è alcun aspetto negativo dato che devono condividere solo una parte dei profitti futuri”.

I democratici hanno notato che le più grandi società di semiconduttori statunitensi hanno versato centinaia di miliardi di dollari in riacquisti di azioni negli ultimi anni, con in prima linea Intel che ha speso più di 100 miliardi di dollari in riacquisti dal 2005. Senza contare i dividendi pagati.

Di tutt’altra opinione i Repubblicani che per bocca del presidente della commissione scientifica della Camera, Frank Lucas, hanno criticato le disposizioni sull’assistenza all’infanzia e sulla condivisione delle entrate. “Il Dipartimento del Commercio si sta concentrando meno sulla necessità di rilanciare la produzione di chip e più sul tentativo di imporre la propria agenda di lavoro su questo settore strategico”.

L’impatto sull’occupazione

Oltre alla condivisione degli extraprofitti, la Casa Bianca chiederà anche informazioni sull’occupazione. Non è raro che gli Stati richiedano obiettivi occupazionali specifici come condizione per i sussidi fiscali, ma l’ammistrazione Biden è andata oltre.

Il segretario al Commercio Gina Raimondo ha spiegato, infatti, che le aziende devono rendere note le esigenze della forza lavoro. I candidati che puntano a più di 150 milioni di dollari di finanziamenti diretti devono presentare “un piano su come forniranno assistenza all’infanzia economica e accessibile per i loro lavoratori”.

Le aziende dovrebbero anche “creare opportunità per le imprese di proprietà di minoranze, veterani e donne; dimostrare responsabilità climatica e ambientale; investire nelle loro comunità rimuovendo gli ostacoli all’inclusione economica; impegnarsi a utilizzare ferro, acciaio e materiali da costruzione prodotti negli Stati Uniti”.

La reazione della Semiconductor Industry Association

La Semiconductor Industry Association ha fatto sapere che sta esaminando attentamente l’avviso di finanziamento che “stabilisce le regole per le aziende che richiedono le sovvenzioni di produzione del Chips Act”.

Si prevede che la maggior parte dei finanziamenti diretti varierà tra il 5% e il 15% delle spese in conto capitale del progetto. Il Dipartimento del Commercio ha puntualizzato che si aspetta che l’importo totale di un premio, incluso il prestito o la garanzia del prestito, non superi il 35% delle spese in conto capitale del progetto.

“Faremo la nostra due diligence – ha detto Raimondo – Non stiamo scrivendo assegni in bianco a nessuna azienda che lo chieda”.

Raimondo ha inoltre chiarito che le aziende che riceveranno i fondi pubblici dovranno stipulare accordi che limitino la possibilità di andare a produrre chip in Paesi stranieri come la Cina, per i 10  anni successivi. Inoltre non potranno impegnarsi in alcuna ricerca congiunta su tecnologie sensibili con realtà straniere.

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