Taglio della produzione globale del 40%. E’ la drastica misura cui si starebbe preparando Toyota a causa della sempre più accentuata carenza di semiconduttori per il settore automotive, e le restrizioni legate alla diffusione del coronavirus nelle catene produttive nei Paesi del Sudest asiatico.
L’annuncio arriva dal quotidiano online Nikkei, che mette a confronto le stime della maggiore casa auto al mondo a inizio luglio, quando Toyota prevedeva di costruire circa 900mila autoveicoli, e le stime attuali, ridotte a 500mila unità.
L’espansione allarmante del Covid nei paesi del Sudest asiatico ha impedito il regolare approvvigionamento dei pezzi di ricambio per la funzionalità di diversi impianti in Giappone, tra cui la fabbrica di Takaoka, nella prefettura di Aichi, così come numerosi stabilimenti in Nord America, Cina ed Europa, che dovranno ridimensionare la produzione di diverse decine di migliaia di vetture.
Chiusa la fabbrica di Takaoka per carenza di chip
La revisione al ribasso farà assestare le produzione globale sotto i valori dello scorso settembre, quando la domanda aveva mostrato un’accelerazione dopo la crisi più acuta della pandemia, e Toyota riuscì a produrre circa 840mila vetture. Nelle ultime settimane il costruttore nipponico ha dovuto arrestare gli impianti produttivi di Aichi per via dell’aumento delle infezioni di Covid in Vietnam, uno dei principali centri manifatturieri per l’intero indotto.
Ma la vera spina nel fianco del settore automotive livello globale resta la carenza di semiconduttori: a inizio agosto la fabbrica Toyota di Takaoka ha deciso uno stop temporaneo per l’insufficienza di chip. E la dinamica continua a riguardare sempre più costruttori.