IL PIANO

Chip, Urso: “Riaprire le miniere per le materie prime critiche. Stop dipendenza da Cina”

Il ministro delle Imprese: “In Italia abbiamo a disposizione almeno 15 dei minerali essenziali per la produzione di semiconduttori e tecnologie per la transizione green”. Industria 5.0: “Pronti a rifinanziarla con il Pnrr”. Decennio Digitale, la Ue adotta gli indicatori di monitoraggio

Pubblicato il 30 Giu 2023

Adolfo Urso 4

“La revisione del Pnrr porterà ad indirizzare nuove risorse su misure che hanno dimostrato efficacia. Dobbiamo spostare le risorse dai capitoli dove si sono arenate o si potrebbero arenare, a linee che abbiano un effettivo ed immediato impatto sul nostro sistema di imprese, sul nostro sistema sociale. Per questo motivo, il piano 5.0 si candida ad essere rifinanziato in misura significativa così da restituire slancio agli investimenti“. Così, in un videomessaggio trasmesso stamattina al Teatro Augusteo nel corso dell’assemblea pubblica 2023 Confindustria Salerno, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Materie prime critiche, stop alla dipendenza da Paesi instabili

Urso ha poi sottolineato la necessità di riaprire le miniere per estrarre materie prime critiche, cruciale per accelerare la transizione digitale e verde. “La produzione industriale italiana dipende da Paesi terzi. Noi siamo un Paese trasformatore, meglio degli altri, ma sempre un Paese trasformatore. Dipendiamo da altri per l’approvvigionamento di materiali strategici. Siamo il Paese in cui l’indice di materie critiche utilizzate in riferimento al Pil, è quello più significativo. L’esperienza ci ha insegnato che dobbiamo scongiurare la dipendenza dall’estero, soprattutto da Paesi distanti e instabili -ha spiegato Urso – Noi dobbiamo evitare di passare da una posizione di sudditanza verso la Russia per il gas, a quella di subordinazione ancora peggiore e più rischiosa verso la Cina per il litio, nichel e molto altro”.

Nel regolamento Ue sulle materie prime critiche europee la Commissione indica come imprescindibile per ridurre la nostra dipendenza dall’estero, e nello specifico dalla Cina, riaprire le miniere. “Cioè estrarre nel nostro continente, quindi anche in Italia, almeno il 10% di quello che ci servirà nel 2030 e poi sempre di più – ha puntualizzato il ministro – Nel 2030 ci serviranno almeno 4-5 volte di più delle materie prime che oggi consumiamo. Sono 34 le materie prime critiche, probabilmente arriveremo a 36-37 con quelle che dovremo aggiungere, che sono necessarie per realizzare la tecnologia green e digitale”.

“Le mappe risalgono a oltre 30 anni fa, quando quelle miniere erano attive. Nel frattempo la tecnologia è molto cambiata. In Italia ci sono almeno 15 delle materie prime critiche essenziali per realizzare le batterie elettriche, i chip, i pannelli solari e non acquistarli dalla Cina che ne possiede il monopolio. Le procedure saranno attivate dalla Commissione, il regolamento è ancora in corso ma verosimilmente coloro che vorranno realizzare un’attività di questo tipo dovranno chiedere alla Commissione se questo progetto rientra nell’autonomia strategica europea. In ogni caso è chiaro a tutti che dovremo fare di più per garantirci l’autonomia”, ha aggiunto.

Sostenibilità bussola delle imprese

Focus anche sulla sostenibilità.  “A seguito della crisi energetica scatenata dall’invasione russa in Ucraina, il Governo ha introdotto politiche per accelerare il percorso verso gli obiettivi Net Zero già condivisi in Europa, ma in modo responsabile e concreto, con il buon senso. La risposta dell’impresa è andata oltre le nostre aspettativ – ha detto – Il 60% delle nostre imprese ha intrapreso azioni a favore della sostenibilità e più della metà l’ha fatto sul fronte della tutela ambientale, investendo soprattutto nell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e anche in efficienze energetiche”.

Decennio Digitale, la Ue adotta gli indicatori di monitoraggio

La Commissione ha adottato oggi gli indicatori chiave di prestazione (ICP) per misurare i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale 2030 e ha pubblicato orientamenti su come gli Stati membri dovrebbero strutturare le rispettive tabelle di marcia nazionali per conseguire gli obiettivi digitali.

A cosa servono gli indicatori

Ciascun indicatore misurerà i progressi dell’Ue verso gli obiettivi relativi a infrastrutture digitali, competenze, imprese e servizi pubblici. La Commissione presenterà i progressi compiuti nella prima relazione sullo stato del decennio digitale, che dovrebbe essere pubblicata dopo l’estate. Gli Stati membri inoltre dovrebbero utilizzare gli indicatori per definire le rispettive traiettorie al fine di perseguire gli obiettivi a livello nazionale.

“Con il decennio digitale 2030 abbiamo fissato la rotta per la trasformazione digitale dell’Europa insieme agli Stati membri – spiega Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale – È fondamentale monitorare i progressi per rimanere sulla buona strada e realizzare collettivamente il futuro digitale previsto.”

“Il decennio digitale 2030 è il nostro piano industriale per la trasformazione digitale dell’Europa, con obiettivi specifici per le infrastrutture digitali, le competenze, le imprese e i servizi pubblici – dice Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno – Ora dobbiamo tradurre questo piano in traiettorie concrete per conseguire gli obiettivi. Grazie agli indicatori chiave di prestazione definiti oggi, saremo in grado di misurare i progressi compiuti su queste traiettorie e di essere all’altezza delle nostre ambizioni. Lavorando insieme saremo in grado di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle tecnologie digitali nella nostra vita quotidiana e nelle nostre attività professionali entro il 2030″.

Entro il 9 ottobre gli Stati membri devono adottare le rispettive tabelle di marcia nazionali, in cui definiranno le traiettorie nazionali e le misure che intendono adottare al fine di contribuire allo sforzo collettivo dell’Ue per conseguire obiettivi e traguardi entro il 2030.

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